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Anche la pioggia d’estate risponde al magnifico disegno di Dio

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Emanuele Fant - Credere - pubblicato il 30/07/18
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Una messa organizzata all’aperto, i fedeli che collaborano all’evento, e un temporale che sembra guastare tutto. Sembra…Il mio paesino è tagliato in due dalla ferrovia. La chiesa sta di qua, con la posta, il comune e la maggior parte delle case. Altre abitazioni sorgono al di là dei binari. Il mio parroco ha deciso che sarebbe stato un bel gesto di vicinanza celebrare una Messa nella metà meno servita, ma popolata densamente.

L’implacabile macchina organizzativa parrocchiale si è messa in moto per trasformare un parco pubblico in luogo adatto alla funzione: generose vecchine hanno decorato un tavolo rendendolo un altare. Valenti pensionati muniti di furgone hanno trasferito le panche arancioni pieghevoli. Un gazebo giallo limone è stato eletto a sacrestia temporanea. Tutto perfetto, in tempo da record e senza nessuna complicazione. Il sole caldo nel cielo sembrava confermare.

Il coro ha intonato il canto di ingresso e insieme ai celebranti si sono affacciate, nel cielo, alcune nuvole scure. Con l’atto penitenziale, delle grosse gocce hanno deciso di bersagliare i presenti, diffondendo una certa preoccupazione. Dentro di me ha preso avvio la consueta riflessione che faccio quando le cose sante falliscono per ragioni accidentali: «Se è Dio che regola i temporali, perché adesso non interviene, preservando questo momento di comunione?».

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Mentre la mia intelligenza provava a dipanare il quesito teologico, la pioggia faceva sul serio. I pochi forniti di ombrelli, hanno iniziato ad aprirli. Come fosse naturale, hanno invitato i vicini a ripararsi con loro, condividendo lo spazio asciutto anche con quattro persone. Da una casa sono arrivati altri ombrelli per il coro e due fedeli hanno usato il loro per coprire i celebranti.

Sotto lo scroscio dell’acqua, tutti sorridevano e la Messa ha assunto un altro tono, ormai per nulla formale: celebrare caparbiamente insieme, nonostante qualcosa sembri volercelo impedire, è l’occasione che cementava anche le prime comunità di cristiani. È bello vivere in un universo non casuale, dove persino i rovesci inaspettati rispondono a un disegno provvidenziale.

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