Grazia, essendo rimasta vedova giovane e con due figli piccoli, ha pensato che il tempo che dedicava al marito lo avrebbe potuto dedicare al Signore (senza toglierlo alla famiglia)Buon pomeriggio,
è da tanto che voglio scrivere questo articolo ma non so per quale motivo, ho sempre rimandato.
Lo scorso anno nel numero di marzo della rivista Credere ho scoperto l’esistenza delle vedove consacrate attraverso un articolo molto interessante.
Onestamente non conoscevo questa realtà, motivo per cui ho pensato di scrivere qualche riga per spiegare di cosa si tratta.
La loro costituzione apostolica potrebbe a breve ricevere l’approvazione del Papa (ora allo studio della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica) , nel frattempo il loro ordine (Ordo viduarum, ordine delle vedove) è già presente in varie diocesi d’Italia (sono più di 200 donne).
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Ma cosa è l’Ordo Viduarum?
E’ una forma di consacrazione che permette alle vedove di vivere profondamente la consacrazione battesimale.
Mediante il voto di castità perpetua, le donne che si sentono chiamate a questa vocazione consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa.
“La vedova ha dato tutto quello che aveva” (Lc 21,1-4)
Chi sono le vedove consacrate?
Credo sia la classica domanda che si fanno in molti quando scoprono la loro esistenza.
Praticamente sono vedove che decidono di restare tali, per cui non avranno altre relazioni e aggiungono un voto di castità perpetua.
Il rapporto con la famiglia resta invariato, in più hanno una maggiore appartenenza alla parrocchia e alla vita della comunità.
Prima di diventare consacrate avviene un percorso di discernimento che dura non meno di 2 anni.
Inoltre una volta avvenuta la consacrazione, la vedova sarà iscritta all’Albo diocesano.
Questa realtà è stata riscoperta dal 2013 nonostante abbia un storia antichissima alle spalle, già Ambrogio e altri padri della Chiesa ne esaltavano il ministero di servizio e preghiera.
Inoltre la consacrazione dopo la vedovanza è definito come un carisma.
Cosa fanno?
Hanno vari “compiti”, ognuna ha un carisma diverso, c’è chi è ministra straordinaria della Comunione e visita anziani e malati, altre sono catechiste, altre fanno servizio all’altare, altre si occupano della carità.
Grazia, una consacrata racconta che essendo rimasta vedova giovane e con due figli piccoli ha pensato che il tempo che dedicava al marito lo avrebbe potuto dedicare al Signore.
Si è messa a disposizione del Signore nelle piccole cose, senza però togliere tempo alla famiglia e al lavoro.
Nell’atto della consacrazione avviene un momento molto forte che sottolinea il legame con la famiglia; le vedove consegnano al vescovo l’anello nuziale che, dopo averlo benedetto, lo restituisce come segno del rapporto sponsale con lo sposo, che cosi non si interrompe affatto, e con la Chiesa.
Questo ordine fa parte del mondo degli ordini religiosi, ne coglie anche i carismi, prima di tutto quello della consolazione e vicinanza; inoltre la preghiera diventa più consapevole.
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Come si riconoscono?
In realtà ad oggi non hanno un segno distintivo come invece è per le suore o i preti, inoltre vivono nelle rispettive famiglie.
In futuro non si esclude la possibilità di formare un comunità.
Gli incontri dell’ordine sono frequenti, mentre gli appuntamenti canonici sono due al mese che comprende in uno le consacrate e nell’altro sia le consacrate che coloro che vorrebbero far parte dell’ordine.
.Qui l’ufficio per la vita consacrata di Roma
Un caro abbraccio
Cristina