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4 cose perché venga esaudita la propria preghiera, secondo San Tommaso

HANDS,PRAYER

t-bet | CC BY ND 2.0

Stephen Beale - pubblicato il 24/07/18

Avere una “checklist” è confortante, ma anche un po' snervante...

Chiunque abbia pregato ha sperimentato la frustrazione di vedere le proprie preghiere non esaudite.

In Matteo 7, 7-8, però, Gesù dichiara: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa”.

E allora come spieghiamo il fenomeno apparente delle preghiere non esaudite? Secondo San Tommaso d’Aquino, forse non otteniamo quello che chiediamo se chiediamo la cosa sbagliata o quella giusta ma nel modo sbagliato.

Nella Summa Theologiae, l’Aquinate sottolinea quattro condizioni che devono concorrere per assicurare che la nostra preghiera venga esaudita:

1. Dev’essere necessaria alla vostra salvezza

Se non si chiedono cose “utili per la beatitudine”, allora non le meritiamo, dice San Tommaso. Se state quindi pregando per una necessità materiale – anche se è qualcosa di importante come riuscire a pagare l’affitto o trovare un lavoro –, questo aiuta a spiegare perché una preghiera del genere potrebbe non essere esaudita.

Per l’Aquinate, forse il nostro approccio migliore è pregare per le nostre necessità quotidiane in modo tale che siano ordinate alla nostra salvezza. Pregate per ottenere la misericordia di perdonare chi ha reso più difficile pagare l’affitto, o chiedete a Dio la grazia della perseveranza per affrontare le vostre difficoltà, qualunque siano.

Ovviamente ciò non significa che non dovremmo chiedere aiuto per far fronte alle nostre necessità materiali, ma solo che non possiamo essere certi che queste preghiere vengano esaudite.

San Tommaso cita a questo punto Sant’Agostino: “ Chi prega con fede per le necessità della vita presente, con uguale misericordia può essere esaudito e non esaudito. Poiché il medico sa meglio del malato ciò che fa bene all’infermo”.

Come dice Gesù in Matteo 7, il nostro Padre celeste sa cos’è meglio per noi. E allora, quando si parla di preghiere per le nostre questioni temporali l’enfasi ricade sulla fiducia in Dio piuttosto che sull’aspettarsi un risultato specifico.

2. Per voi stessi

Anche se avete soddisfatto il primo criterio, la vostra richiesta potrebbe non essere esaudita se riguarda qualcun altro. Il motivo, secondo l’Aquinate, è che non possiamo “meritare” la salvezza per un’altra persona.

Ancora una volta, non vuol dire che non dovremmo pregare per altri, ma solo che quelle preghiere non sono sempre garantite. Dopo tutto, altrove nella Summa l’Aquinate stesso ci esorta a pregare per altri.

3. Pregare in modo pio

Nella Summa, Tommaso definisce la pietà come onorare e adorare Dio. L’onore che rendiamo ai nostri genitori è un modello al riguardo (cfr. II parte della II parte, Questione 101, Articolo 1).

Ha senso che si debba pregare in modo reverente, ma l’Aquinate sembra avere in mente qualcosa di più. Enunciando i suoi quattro criteri, ci esorta a compiere opere buone come un altro modo per essere certi di ricevere ciò che chiediamo (cfr. II parte della II parte, Questione 83, Articolo 15, Risposta all’Obiezione 2).

Nella Questione 101, l’Aquinate spiega che le buone azioni sono considerate parte della pietà, citando La Città di Dio di Agostino: “Il termine pietà si usa spesso anche per le opere di misericordia. E penso che ciò sia derivato dal fatto che Dio le ha comandate in una maniera specialissima, fino a protestare di preferirle persino ai sacrifici” (Libro 10, Capitolo 1).

4. Pregare con perseveranza

L’ultima ragione per cui potremmo non ricevere quello che chiediamo è semplicemente che abbiamo smesso di chiederlo, dice l’Aquinate citando San Basilio di Cesarea.

Potrebbe anche essere che Dio abbia semplicemente deciso di esaudire la richiesta in seguito. Ancora una volta, San Tommaso fa appello ad Agostino: “Certe cose non vengono negate, ma vengono differite per essere concesse al momento opportuno” (Trattato 102 su Giovanni 16, 23-28).

L’Aquinate riassume quindi le quattro condizioni in questo modo: “Perché dunque uno ottenga sempre ciò che domanda si richiede il concorso di queste quattro condizioni: che preghi per se stesso, che chieda cose necessarie alla salvezza e che lo faccia con pietà e con perseveranza”.

Altre cose di cui c’è bisogno

Anche se non le elenca nei suoi criteri, la risposta si trova nei suoi scritti. L’Aquinate menziona varie altre condizioni o qualità necessarie per riuscire a pregare.

Il punto di partenza è l’idea di efficacia, definita come il “potere di produrre un effetto”. Secondo Tommaso, la preghiera produce un effetto in due modi, basati sul suo obiettivo – lo scopo che sta perseguendo – e sul modo in cui lo persegue.

In primo luogo, la preghiera raggiunge l’effetto desiderato perché deriva dalla carità e ha come obiettivo il nostro “bene eterno”.

In secondo luogo, la preghiera è efficace perché è una forma di richiedere cose da Dio resa possibile dalla sua grazia santificatrice. Anche quando non abbiamo la grazia santificatrice, la nostra preghiera è comunque resa possibile dalla grazia di Dio.

Ci sono varie altre virtù di cui abbiamo bisogno perché la preghiera sia efficace: “la preghiera deriva dalla carità mediante la religione, di cui è un atto (…); ed è accompagnata da altre virtù richieste per la bontà della preghiera, cioè dall’umiltà e dalla fede. Infatti alla religione spetta offrire a Dio la preghiera. Alla carità va attribuito invece il desiderio di quanto la preghiera domanda. La fede è poi richiesta nei riguardi di Dio che vogliamo pregare: nel senso cioè che dobbiamo credere di poter ottenere da lui ciò che domandiamo. E anche l’umiltà è indispensabile in chi domanda, perché così egli viene a riconoscere la propria indigenza. È necessaria finalmente anche la devozione: ma questa rientra nella religione, di cui costituisce il primo atto, richiesto da tutti gli atti successivi”.

Conclusione

In che modo queste virtù si collegano ai quattro criteri menzionati in precedenza? Per usare un modo di dire moderno, sembra che le virtù della carità, della fede, dell’umiltà, della religione e della devozione, insieme alla grazia divina, siano condizioni necessarie ma non sufficienti perché una preghiera venga esaudita.

In altri termini, dobbiamo essere in grado di recitare una preghiera autentica.

I quattro criteri descritti assicurano che la preghiera venga ascoltata, ma l’ultimo ci ricorda che anche se ci viene garantita una certa risposta, non c’è garanzia relativa a quando questo avverrà.

In qualche modo è fonte di grande consolazione, ma può essere anche una sfida tremenda. È un po’ snervante rendersi conto che se chiediamo al Creatore dell’universo la cosa giusta nel modo giusto la otterremo. Attenti allora a quello per cui pregate!

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