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Tutti sui social? Disgregati e vicinissimi, per odiarsi meglio

PEOPLE ON CELL PHONE

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MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 23/07/18

Il display che scorriamo ossessivamente ci rifila un insieme disgregato e caotico di notizie. Tutte sullo stesso scompigliato piano. E questo caos si insinua anche in noi.

di Emiliano Fumaneri (alias Andreas Hofer).  Brano tratto da “Le nuove lettere di Berlicche”

I mezzi di trasporto e di comunicazione accostano sempre più strettamente corpi e voci. Eppure, all’infuori di questa unione solo esteriore, mai come prima la divisione reale tra gli umani è stata tanto accentuata, manifesta, acuta, perfino urlante. Gli uomini si avvicinano solo per odiarsi più da vicino.

Fortunatamente oggi tutto è un arruffio incoerente. Ti invito a consultare uno dei tanti motori di ricerca in internet, come sto facendo io in questo preciso istante.

È un’esperienza istruttiva. Sulla home page vedi sfilare una confusione sconnessa di news. La prima notizia ci informa sul reale peso corporeo delle star del cinema; nella seconda si parla di una manifestazione LGBT per i «diritti civili»; la terza riproduce una lite sui social tra un attore e la sua ex; nella quarta si legge la cronaca dell’ultimo attentato terroristico; subito di fianco si avvicina la prossima notizia, dove si legge di una prodigiosa bevanda anti-cancro; poi anche questa è sostituita dall’evoluzione del prezzo del greggio, che cede subito lo spazio a un pezzullo sulle dipendenze animali.

Questo mondo della comunicazione non è soltanto caotico, ma produce anche il caos; produce cose disorganiche, scollegate tra loro fin dall’origine. Un tale scompiglio va a detrimento della narrazione, ostacolando così la possibilità di attribuire significati coerenti.

Pertanto l’effetto che se ne ricava è l’oblio: le notizie vengono dimenticate una dopo l’altra già prima che siano scomparse dallo schermo. Ciò che passa sul display è indifferente, l’importante è che passi qualcosa.

Questa serialità meccanica avvolge come una morsa il mondo in cui il paziente è nato e cresciuto. È tempo di caos e disgregazione, in cui gli oggetti passano slegati di fronte a un uomo sconnesso. Così al disordine esteriore corrisponde un mondo interiore assolutamente incapace di accogliere le cose secondo un nesso ordinato.

QUI IL LINK ALL’ORIGINALE

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