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Come controllare le proprie emozioni?

Los Angeles Lakers v San Antonio Spurs

Kobe Bryant Il campione olimpico e dell'NBA, uno dei marcatori più importanti del basket, ha trovato la forza nella sua fede quando ha dovuto affrontare un'accusa di stupro. Quando ha spiegato la sua innocenza a un sacerdote, si è sentito dire: “Dio non ti darà nulla che tu non riesca a gestire, e ora è tutto nelle sue mani. È una cosa che non puoi controllare, quindi lascia perdere”. Bryant ha vissuto una svolta ed è riuscito ad affrontare le accuse e a ricostruire il suo matrimonio. Ronald Cortes | Getty Images

Catholic Link - pubblicato il 23/07/18

6 suggerimenti che vi possono aiutare a passare dalla rabbia alla calma

di Nory Camargo

Le sensazioni che sperimentiamo nel nostro corpo quando siamo infastiditi o arrabbiati vanno dall’accelerazione delle pulsazioni alla voglia di piangere, dal tremore delle mani al mal di testa, fino all’impulso di voler colpire e gettare le cose con forza. Probabilmente nessuno ama sentirsi così, ma il senso di rabbia arriva nella nostra vita quasi da subito. Ci irritiamo con facilità e dobbiamo esprimerlo in qualche modo.

Just Breathe, il video che presentiamo di seguito, mostra vari bambini mentre spiegano come si sentono quando sono arrabbiati. Sorprende che molti di loro parlino come adulti, offrendoci dei suggerimenti per controllare le emozioni e trasferire tutta quella rabbia in una direzione più calma e tranquilla, in cui quasi come un tornado le nostre emozioni e i nostri pensieri diminuiscono a poco a poco la propria velocità.

Sicuramente abbiamo sentito tutti qualche amico o familiare dire “Io sono così e non cambierò”, o forse siete voi a dire questa frase, ma ho una buona notizia da darvi: abbiamo la capacità di cambiare, non totalmente, ma possiamo decidere di modificare alcuni aspetti del nostro carattere che non ci fanno sentire a nostro agio. Ciò significa che anche se ciascuno di noi ha una personalità unica, ha anche un carattere modificabile. La personalità è l’insieme di sentimenti, atteggiamenti e pensieri che ci caratterizzano da quando nasciamo, è uno standard che rende il nostro comportamento prevedibile e ci definisce al momento di relazionarci con gli altri, mentre il carattere si riferisce al modo in cui possiamo reagire di fronte a una determinata situazione, e per questo diciamo che è malleabile. Un esempio: quando vi sentite arrabbiati con un’altra persona, in genere gridate e dite la prima cosa che vi passa per la testa. Se voleste cambiare questo aspetto del vostro carattere, potreste decidere di cercare di rimanere in silenzio mentre l’altra persona parla, di chiederle un attimo per discutere in seguito con più calma e ritirarvi in un luogo tranquillo per pensare meglio. Suona molto semplice, ma richiede molta forza di volontà. Essere arrabbiati è un sentimento a cui nessuno può sfuggire, e anche se è vero che ci sono personalità più forti di altre, tutti, bambini e adulti, siamo esposti tutto il tempo a un’infinità di situazioni che mettono alla prova il nostro carattere.

È importante pensare al modo in cui ci relazioniamo agli altri, a come parliamo loro, al tono che usiamo, alle parole che impieghiamo normalmente, a cosa dice il nostro linguaggio corporeo quando gli altri ci chiedono di discutere di qualche tema o all’atteggiamento che adottiamo quando vediamo che gli altri sono arrabbiati o frustrati. Attualmente molte discussioni hanno luogo attraverso il cellulare, e questo cambia completamente il panorama, perché quando leggiamo quello che l’altro ci scrive gli attribuiamo un tono, quello che noi vogliamo o supponiamo che l’altra persona usi. Da ciò derivano i malintesi quando davanti a un testo dell’estensione di un romanzo qualcuno ci risponde con un semplice “Ok”.

Ecco alcuni suggerimenti che possono aiutarvi a controllare le vostre emozioni:

Se siete una persona che esplode facilmente, contenete la voglia di parlare: non permettete che le parole taglienti che viaggiano a tutta velocità nella vostra testa vi escano di bocca. Chiedete alla persona con cui discutete di offrirvi un momento per parlare con più calma in un altro luogo o in un’altra ora della giornata.

Respirate a fondo e andate in un luogo in cui ci sia spazio solo per voi e per i vostri pensieri: respirare a fondo può sembrare un cliché quando siete arrabbiati, ma può funzionare davvero quando vi isolate dalla situazione e avete l’opportunità di ripensare alle idee che avete in mente senza la distrazione di altre persone.

Piangete: alcune persone usano il pianto per canalizzare l’ira, e può essere molto efficace. Andate in un luogo in cui nessuno possa vedervi – la vostra stanza, un bagno o uno spazio aperto – e lasciate che la rabbia esca fuori attraverso il pianto. Nella maggior parte dei casi, la tristezza si collega al conflitto, e potrete sentirvi molto più tranquilli per parlare con l’altro quando avrete finito di piangere.

Se vi trovate sul posto di lavoro: se la discussione nasce nel corso di una riunione, potete chiedere qualche minuto per uscire, prendere un po’ d’acqua, respirare a fondo, chiudere gli occhi e tornare con una migliore disposizione al dialogo. Questi piccoli dettagli possono fare la differenza.

Fate una lista: se avete deciso di parlare con quella persona un altro giorno o dopo qualche ora, questa idea può funzionare. Su un foglio, o sul vostro cellulare, stilate una lista che elenchi uno per uno i temi di cui volete discutere, quelli con cui siete d’accordo o che vorreste modificare. Nella maggior parte dei casi, la rabbia non ci permette di pensare con chiarezza e dimentichiamo di menzionare cose importanti. Da ciò deriva il rimorso che proviamo dopo una discussione “a caldo”, quando pensiamo “Avrei dovuto dire questo o quello”, “Non aveva ragione in questo”, “Avrei potuto ricordargli di quella volta”…

Evitate che le discussioni arrivino al punto massimo: siate intelligenti, non permettete alla rabbia di prevalere, e se sapete che si sono accumulati sentimenti di fastidio nei confronti di una certa persona fate il primo passo e chiedetele un momento per parlare. Scegliete un luogo in cui non possiate essere interrotti e vi sentiate entrambi a vostro agio, e discutete con l’atteggiamento migliore e la massima disposizione all’ascolto. Non aspettate che le cose escano dal vostro controllo per chiedere a quella persona qualche minuto per parlare in privato.

Qualche mese fa, Papa Francesco ha parlato della pazienza dicendo che “non è rassegnazione”, ma “la sapienza di saper dialogare con il limite”. Quanto ha ragione! A volte colleghiamo questo dono con la debolezza, quando in realtà è una cosa da coraggiosi. Ricordiamo allora che siamo padroni delle nostre emozioni, e quindi padroni di prendere la decisione di correggerci e coltivare le virtù necessarie che ci permettano di essere esseri umani non perfetti, ma migliori.

QUI L’ORIGINALE

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