di Fr. Edgar Henríquez Carrasco
Ogni anno sono migliaia i pellegrini di tutto il mondo che camminano verso la città dell’Apostolo Giacomo in Spagna. Per alcuni è un’esperienza del mondo naturale, per altri sarà un’esperienza di incontro profondo con il Signore. Si può parlare molto del Cammino di Santiago, ma solo chi lo ha sperimentato sa cosa significhi. È un’esperienza che può cambiare la vita, che può provocare una conversione del cuore. Un mio amico diceva: “Percorrere il Cammino di Santiago è rischiare di incontrare Dio”, e credo che dopo giorni o settimane di camminata questo frutto venga colto dalla maggior parte dei pellegrini. Cos’è che fa sì che questa esperienza sia così profonda e comporti tanti frutti spirituali? Ecco 7 frutti che si raccolgono andando in pellegrinaggio a Santiago de Compostela.
1. Allontanarsi dal trambusto del mondo

Il ritmo cittadino ci intrappola e ci chiude in una bolla che non permette di vedere le piccole cose della vita. Bisogna prendersi una pausa dal lavoro e dalla vita. Riposare, camminare, passeggiare, rinfrescarsi la mente…, perché non siamo progettati per passare tutto il giorno chiusi o davanti a un computer. Per questo, il Cammino di Santiago sarà un’opportunità eccellente per scollegarsi dal rumore, dal ritmo accelerato e dalle cose pendenti che ci fanno rimanere tesi ogni giorno. È un’esperienza breve (qualche giorno o qualche settimana) che ci aiuterà a cambiare la nostra vita, a vederla da un’altra prospettiva, a renderci conto che si può cambiare, che si può essere diversi. Allontanarsi dal trambusto del mondo ci aiuterà a rimanere incantati dalle piccole cose di ogni giorno che racchiudono in sé la bellezza della semplicità di Dio.
“Fermatevi sulle vie e guardate, domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; voi troverete riposo alle anime vostre!” (Geremia 6, 16).