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Come “Lady Bird” ha cambiato per sempre le persone che invito ai ritiri

GIRL PRAYING IN PEW

A24 | Youtube

Catholic Link - pubblicato il 18/07/18

di Mariel Nodado

Diffido sempre dal guardare film di Hollywood che implicano elementi della fede cattolica. Mi preparo agli insulti e a fraintendimenti totali della verità, bellezza e bontà che la Chiesa ha da offrire. Quando ho visto per la prima volta il trailer di Lady Bird, la mia reazione immediata è stata cercare cose di questo tipo, ma con mia sorpresa non sono riuscita a trovare nulla di terribilmente negativo sul modo in cui ritrae la fede cattolica. Tentennavo chiedendomi se dovessi vederlo, e quando i miei amici sono tornati dal cinema completamente entusiasti e ho visto che il vescovo Barron e Blessed is She l’avevano recensito ho capito che dovevo dargli una possibilità.

Il trailer di Lady Bird

Dopo averlo visto, sono uscita dal cinema incerta su come mi sentissi. Non ero sicura di averlo capito davvero. È la storia di un’adolescente che frequenta l’ultimo anno di liceo. Studia in una scuola cattolica femminile di Sacramento, a cui si dimostra ben poco interessata. Vengono mostrati i vari rapporti della sua vita e tutti gli alti e bassi che ne derivano – uscire con vari ragazzi senza pensare troppo alla purezza, abbandonare la sua migliore amica per essere popolare, passare da una festa all’altra e gli infiniti scontri con la madre.

Sono uscita confusa perché mi sono resa conto che non riuscivo a rapportarmi a lei. Non era una storia con la quale avevo qualche collegamento. La purezza non è stata mai una cosa con cui ho lottato al liceo, non mi importava delle feste e non ho mai osato parlare a mia madre in quel modo. Poi, però, ci ho pensato un po’ di più e ho capito che dev’essere la storia di una tipica adolescente della mia epoca.

E poi ho capito che quella con la storia strana sono io.

Non sono molti ad essere cresciuti nella fede come me. Da quando avevo 4 anni la mia vita è stata circondata dalla comunità cristiana. Sono cresciuta sentendo parlare della profondità dell’amore di Dio per noi, della guarigione e del perdono che Cristo ha guadagnato per noi e della vita nuova e abbondante che lo Spirito Santo ha da offrirci.

Nella mia infanzia e nell’adolescenza ho sentito in continuazione questo messaggio straordinario in ogni riunione, ogni ritiro e ogni incontro di preghiera a cui partecipavo con i miei genitori. Guardare Lady Bird mi ha fatto capire che la mia vita non corrisponde a quella di un’adolescente tipica. Non voglio dire che sia stata perfetta, ma che ho affrontato una serie di tentazioni e lotte diverse.

Quello che mi ha fatto capire Lady Bird è che ho limitato il mio ambito di evangelizzazione e ministero alle persone come me.

Quando penso alle persone che posso invitare a un ritiro, penso a gente che ha già familiarità con la cosa, persone già esposte all’amore di Dio in un modo o nell’altro. Forse non sono cresciute all’interno di un ministero come me, ma sicuramente con qualche elemento di fede, che fosse la frequentazione regolare della Messa domenicale, la recita del Rosario ogni sera per volere della madre o semplicemente l’aver frequentato una scuola cattolica. Sono queste le persone che cerco. E ad essere onesta, mi tengo quasi alla larga da chiunque non rientri in questa categoria. Penso solo “Oh, non aderirebbero mai”.

Lady Bird, però, mi ha mostrato che nessun’anima è una causa persa. Nel corso del film, i modelli più positivi e i momenti pieni di maggiore pace e chiarezza sono quelli che coinvolgono la Chiesa. La donna che spinge la protagonista ad avere speranza e ambizione è una suora, l’uomo che la esorta a vivere con passione e onestà è un sacerdote. E il momento in cui desidera la riconciliazione con la madre è quello in cui entra in chiesa una volta che è sola all’università. Sono le grazie della Chiesa, così come la testimonianza e l’amore di quanti sono immersi in essa, che portano vita, speranza e pace a Lady Bird.

Quando un’anima è battezzata, ha il segno indelebile del Padre ed è un figlio o una figlia del Re Altissimo. Nello sforzo di costruire il Regno di Dio e di condurre una vita di virtù e discepolato, non dobbiamo guardare il mondo con occhi “filtrati”, cercando sono chi pensiamo possa adattarsi alla Chiesa. Ogni anima, ogni cuore, che partecipi attivamente alla Chiesa o meno, che abbracci pienamente la fede o no, è un’anima e un cuore che conta.

Non dobbiamo dimenticare che Cristo è venuto non per i sani, ma per i malati. È venuto per quelli che avevano più bisogno di Lui, per quelli che erano più lontani dalla luce. Dobbiamo essere testimoni convinti in tutti i luoghi – in chiesa, nel gruppo giovanile, a scuola, al lavoro, con i nostri familiari e amici non credenti. E dobbiamo farlo con lo stesso amore misericordioso che il Padre mostra nei nostri confronti.

È l’amore di Cristo che li attirerà. Tracciate un cerchio più ampio e raggiungete le persone più insospettabili. Non sapete mai quali semi di grazia può gettare il Signore anche nel più breve degli incontri.

Domande per la discussione:
1. Avete mai esitato a invitare qualcuno a un incontro di preghiera o a un ritiro?
2. Quali sono alcune delle sfide che sperimentate nella chiamata a evangelizzare?
3. Chi è che Dio vi sta chiamando a evangelizzare nella vostra vita?

QUI L’ORIGINALE

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