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Come difendersi dall’oscurità del demonio?

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Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 18/07/18
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Un antidoto al cadere nell’autocommiserazione è pensare non a quello che Cristo dovrebbe fare per noi, ma a ciò che possiamo fare noi per Lui“Se vuoi dimenticare i tuoi problemi, aiuta qualcuno che ne ha di più grandi”, diceva mia madre. Guardiamo allora come combattere il tentativo di Satana di soffocarci con l’oscurità spirituale e lo scoraggiamento.

Mamma non aveva ragione al 100%. L’obiettivo della maturità spirituale non è tanto dimenticare i nostri problemi, quanto metterli nella giusta prospettiva. Vivendo come se la nostra esistenza fosse solo l’inizio di Nobody Knows the Troubles I’ve Seen di Louis Armstrong apriamo la porta allo scoraggiamento, all’autocommiserazione o peggio. Ecco un esempio.

Theodore Dalrymple è il nome d’arte scelto da uno psichiatra che ha lavorato per anni nelle prigioni britanniche con reclusi condannati per crimini brutalmente violenti – perfino l’omicidio – commessi dopo una minima provocazione. “Mi ha versato il drink addosso. Come potevo sopportarlo? Ho dovuto ucciderlo!” Dalrymple suggerisce che le persone che non hanno un senso della storia della letteratura, che non hanno familiarità con la tragedia e le virtù autentiche, non hanno prospettive con cui giudicare le situazioni che affrontano. Di conseguenza, i reclusi con cui ha avuto a che fare tendevano a rispondere in modo sproporzionato alle offese percepite che subivano. Non avendo immaginazione morale, erano incapaci di empatia o autocontrollo. Cosa possono imparare da questa osservazione i cristiani che soffrono?

È vero che i cristiani possono trarre grandi benefici dalla familiarità con la storia, la letteratura e l’arte come fonte di prospettiva di fronte a dolore, perdita e delusione, ma la risposta cristiana all’oscurità richiede che i cristiani abbiano familiarità con Cristo. Cristo è “l’Uomo dei Dolori”. Solo Lui ha subìto qualsiasi oltraggio pur essendo del tutto innocente. È stato fedele al suo Padre celeste; ha “amato i suoi” “fino alla fine” (Giovanni 13, 1). E la fedeltà di Cristo è stata rivendicata dalla resurrezione. Se noi cristiani vogliamo dare una risposta specificatamente cristiana all’oscurità e allo scoraggiamento, dobbiamo volgerci a Cristo – Colui che è stato crocifisso, è risorto, regna e ritornerà.

Cristo crocifisso: Nei momenti di oscurità, possiamo uscire da noi stessi per confortare il Cristo sofferente. Nelle nostre meditazioni, possiamo stare con lui nell’Orto degli Ulivi; possiamo incontrarlo con misericordia sulla via del Calvario come la Veronica; possiamo stare con lui sotto la croce, come il discepolo amato. Fare questo ci protegge dall’autocommiserazione in cui Satana vuole gettarci.

Cristo risorto: Le parole più importanti della Bibbia sono “È risorto!” La resurrezione di Cristo è la prova che il nostro Padre celeste benedice sempre la fedeltà. I santi ne sono testimoni. “Sopportare l’oscurità è la preparazione per una grande luce” (San Giovanni della Croce). “Affìdati completamente a Dio. È un Padre, e un Padre amorevolissimo, al punto che preferirebbe far collassare il cielo e la terra piuttosto che abbandonare chiunque abbia confidato in Lui” (San Paolo della Croce). “Dovete accettare la vostra croce; se la portate con coraggio, vi condurrà in Paradiso” (San Giovanni Maria Vianney). Nei momenti di prova, come i santi possiamo contemplare la gloria della resurrezione.

Cristo regnante: Cristo nostro Re non è un padrone assente che ci trascura finché non arriva a riscuotere l’affitto alla fine dei tempi. Cristo è la Via, la Verità e la Vita – sempre e ovunque. Egli stesso è la legge morale; Egli stesso è giustizia e bontà. Conformarsi a Lui in questa vita porta a benedizioni in questa esistenza e gloria in quella che verrà. “La vita religiosa inizia quando scopriamo che Dio non è un postulato di etica, ma l’unica avventura in cui vale la pena di rischiare” (Nicolás Gómez Dávila). Nei momenti di oscurità, possiamo affidarci al servizio e alla cura di Cristo Re.

Cristo che torna: Per secoli, la Chiesa ha insegnato e pregato che Cristo tornerà “per giudicare i vivi e i morti”. Nessuno riceve una giustizia perfetta a questo mondo. Le compensazioni che un mondo caduto può offrire non possono certo bastare. Questo provoca ostilità e indignazione tra quanti non conoscono Cristo. Le utopie mondane che cercano di costruire aprono le porte all’oscurità: “Man mano che il mondo è sempre meno cristiano, le compensazioni che il mondo cerca contro la miseria e la disperazione diventano sempre più sataniche” (Arthur Henry King). Anche quando lottano per ciò che è giusto, i cristiani possono sopportare tutto con pazienza, fiduciosi nel fatto che tutti i loro sforzi verranno realizzati e trascesi da Cristo che torna. Nei momenti di oscurità, leggiamo Apocalisse 12, 10 e attendiamo il ritorno di Cristo nella gloria, in cui speriamo di aver parte.