William Newsome della Stanford University: vi spiego perchè Big Bang e Creazione possono “incrociarsi”
Un neurobiologo di fama mondiale sostiene che scienza e fede possono coesistere, non sono in conflitto tra loro. E per dimostrarlo prende in esame due casi: la Genesi e la teoria dell’evoluzione.
William Newsome, originario della Florida, è membro della National Academy of Sciences e direttore dell’Istituto di Neuroscienze della Stanford University.
Nell’intervista pubblicata sul sito della Stanford University e ripresa dal quotidiano scientifico on line www.srmedia.info (8 luglio) racconta di essere credente e spiega quale è il suo rapporto con la fede.
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“Sano interesse”
Dice di avere mai ricevuto pressioni dai genitori – che definisce «ortodossi credenti cristiani» – per il suo interesse per lo studio della scienza. Ricorda anzi di «aver cercato fossili con il padre» da bambino. E di come suo padre fosse ad esempio «particolarmente interessato a nuove scoperte paleontologiche sulle origini dell’uomo e degli ominidi».
Aveva quindi potuto coltivare «un sano interesse sia nella scienza che in questioni di fede religiosa».
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Il Big Bang
Sui conflitti tra scienza e fede, Newsom vede due possibili modi in cui si possono verificare. Il primo, che considera «una falsa pista», afferma che le scoperte della scienza rendono insostenibile la fede religiosa. «Una affermazione insostenibile, falsa e strumentale».
Per Newsome infatti «la maggior parte delle scoperte scientifiche sono aperte ad una visione del mondo religiosa». Cita, ad esempio, la teoria del Big Bang, che mostra, secondo il neurobiologo, «che il nostro universo non è esistito per sempre, che c’è stato un momento in cui è iniziato». In un modo quindi «molto coerente con la nozione di creazione nelle prime storie della Genesi».
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La Creazione
Altro elemento di conflitto è l’evoluzione da un punto di vista cristiano. Spesso i credenti pensano che, dal momento che la fede e la religione ci parlano della creazione da parte di Dio, questa sia incompatibile con l’evoluzione. Un’evoluzione che, anche nel caso sia intenzionale «dipende da mutazioni casuali ed eventi casuali, quindi come può tutto ciò che dipende dalla casualità essere intenzionale ?», si domanda il neurobiologo.
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Abitudini mentali
Newsome arriva a questa conclusione: le vere cause del conflitto tra scienza e fede «sono le abitudini mentali nella scienza e le abitudini mentali nella religione».
Così ad esempio «nella scienza, vogliamo che tutto sia oggettivo, quindi se faccio un esperimento correttamente nel mio laboratorio può essere replicato in qualsiasi parte del mondo». Allo stesso tempo, «nella religione, cerchiamo il significato, e cerchiamo di costruire e percepire modelli di significato nelle nostre vite». Anche nella fede, secondo Newsome. «c’è un po ‘di obiettività», però «è molto più dipendente dall’intuizione, molto più dipendente dai sentimenti a livello di pancia».
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Per trovare un equilibrio tra scienza e fede, chiosa, lo studioso, una buona cosa è confrontarsi pubblicamente con le comunità di fedeli.