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Vendita clandestina di neonati: arrestata una suora di Madre Teresa di Calcutta

The Home for Children – Missionaries of Charity – Kolkata

© JEFFREY BRUNO

KOLKATA, INDIA 2 SEPT: Images from Nirmala Shishu Bhavan (Home for Children) located on 78, A.J.C. Bose Road, Kolkata. The Sisters and volunteers provide medical care, housing and nourishment for chil

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/07/18

La Missionaria della Carità gestiva una casa d'accoglienza in India per ragazze madri. Indagata anche una seconda religiosa. Fango sull'immenso lavoro fatto da Santa Madre Teresa

Una suora e un’impiegata di un centro di accoglienza gestito dalle Missionarie della Carità, la Congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta, sono state arrestate nell’est dell’India con l’accusa di aver venduto un bambino. Lo ha reso noto la polizia locale.

Una coppia ha affermato di aver pagato 120mila rupie (quasi 1.500 euro) lo scorso 14 maggio ad una donna che lavorava come infermiera presso la “Casa del Cuore Puro“, una sorta di clinica-casa d’accoglienza per ragazze madri gestito dalle missionarie, per ottenere, in cambio, un bambino partorito il 1 maggio da una delle ospiti.

Controllo medico “obbligatorio”

Dopo il pagamento l’impiegata ha richiesto indietro il bambino perché aveva saputo di un’imminente ispezione del Child Welfare Committee (Cwc), un’organizzazione di tutela infantile. Così aveva detto ai genitori adottivi di riportare il neonato alla casa con la scusa di un controllo medico «obbligatorio». Appena ha riavuto il piccolo, la donna si era resa irreperibile.

I genitori adottivi, per riprendersi il bimbo, si sono rivolti, quindi, all’organizzazione di tutela infantile che stava facendo l’ispezione, il Cwc, ed è venuta a conoscenza della compravendita del bambino dopo aver interrogato alcune religiose. L’organizzazione ha subito allertato l’Autorità Giudiziaria (Il Messaggero, 6 luglio).




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“Compravendita e riduzione in schivatù”

Anima Indwar, questo il nome dell’impiegata, «è stata arrestata il 3 luglio», osserva S.N. Madal, capo della polizia locale. Dovrà rispondere dell’accusa di compravendita e riduzione in schiavitù di una persona in base alla sezione 370 del Codice penale indiano. Anima è anche incolpata di aver violato gli articoli 80, 81 e 84 del Juvenile Justice Care and Protection of Children Act del 2015.

La prima suora

Il capo della polizia locale, riferisce che suor Kaushalya – la suora arrestata «per complicità» insieme ad Anima – è la direttrice del centro d’accoglienza, e avrebbe confessato che almeno quattro neonati sono stati venduti nell’istituto “Casa del cuore puro”, che accoglie bambini con disabilità mentali e ragazze povere e incinte, cui offre un luogo sicuro dove dare alla luce i propri figli.




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La seconda suora

Suor Meridian, la seconda religiosa fermata dagli agenti, è invece «ancora sotto indagine. È quasi impossibile che non fosse a conoscenza del racket, ma abbiamo bisogno di ulteriori prove», evidenzia Madal (Asia News, 5 luglio).

La storia, arriva da Ranchi, capitale dello stato di Jharkhand (India nordorientale), in un’area di particolare disperazione, aggiungendo un elemento in più di orrore all’atrocità della tratta dei bambini e infangando il nome della fondamentale assistenza ai più poveri voluta da Madre Teresa.

Business dei neonati

Intanto dall’inchiesta in corso emerge un giro d’affari nel traffico di bambini, all’ombra del prestigio di Santa Teresa, con addirittura un tariffario. Secondo la Società per la Protezione del Bimbo del Jharkhand, il rifugio per ragazze-madri faceva pagare dai 600 ai 1200 euro per bimbo adottato, a seconda delle capacità economiche dei genitori adottivi. «Abbiamo ricevuto molte lamentele su questo centro e lo stavamo osservando attentamente», ha dichiarato Arti Kujur, direttore della Società.

La polizia ha già compilato un elenco dei nomi delle madri i cui figli sono stati venduti e sta indagando per rintracciarli.




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La protesta e il “nero”

Le Missionarie della Carità avevano interrotto le adozioni in India nel 2015 per protesta contro una nuova legge indiana che facilita le adozioni per single, divorziati o separati. In altre parole, le suore di Madre Teresa della “Casa del Cuore Puro”, conservatrici e contrarie all’adozione a chi non è sposato, preferivano lucrare nella vendita clandestina a coppie coniugate, piuttosto che attenersi alle nuove leggi, evidentemente giudicate troppo laiche e liberali (La Stampa, 6 luglio).

Trasferite 16 ragazze

Intanto, evidenzia sempre Asia News, la Commissione per la tutela dei minori fa sapere di aver trasferito 16 ragazze ospiti della struttura in un centro statale a Namkum. In seguito dovrà decidere dove poter collocare altre 70 persone, prima di mettere in vendita la casa delle suore di Madre Teresa. Rupa Verma, a capo della Commissione, dichiara di voler «trasferire anche 22 ragazze ospitate dalle missionarie nel centro di Shishu Bhavan, a Hinoo. Temiamo che i loro bambini non siano al sicuro».




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“Siamo scioccati…”

In una nota diffusa nei giorni scorsi dalla congregazione, sr. Mary Prema, superiora dell’ordine, ha affermato: «Siamo completamente scioccati da quanto è avvenuto in una delle nostre case. Tutto questo non sarebbe mai dovuto accadere. Questo va contro le nostre convinzioni morali. Stiamo verificando con attenzione l’episodio. Adotteremo tutte le necessarie precauzioni affinchè non accada mai più».

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