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Il neopresidente del Messico vuole invitare Papa Francesco

Andrés Manuel Lopez Obrador

Agencia de Noticias ANDES I CC BY-SA 2.0

Andrés Manuel Lopez Obrador, nouveau président du Mexique.

Terre D'America - pubblicato il 09/07/18

Il leader socialista appena eletto presidente vede nel pontefice argentino un alleato importante nella lotta alla corruzione e alla violenza

Andrés Manuel López Obrador, storico leader socialista del Messico, non ha ancora preso in mano il bastone di comando ma ringrazia la valanga di elettori che lo hanno portato nel palazzo di Chapultepec con numeri da trionfo, proclama le priorità del suo mandato, visita lo sconfitto Peña Nieto e lancia l’invito a Papa Francisco a visitare la nazione che governerà per collaborare alla moralizzazione politica e alla pacificazione, le due priorità del suo mandato. “Oggi stesso parleremo della convocazione di leader religiosi del mondo e del Messico, dirigenti di organizzazioni sociali e difensori dei diritti umani, oltre all’invito alle Nazioni Unite”, ha detto in una conferenza stampa dopo la visita al predecessore. “Inviteremo papa Francesco”, ha poi aggiunto il neoeletto presidente, assicurando che lavorerà ad un piano per la sicurezza “da subito fino alla fine di novembre”, e prima ancora di assumere formalmente la presidenza il 1° dicembre.

Che quella del già fondatore e già presidente del “Partido de la Revolución Democrática” (PRD) non sia una boutadepropiziatoria davanti ad un mandato che ha promesso molto lo dimostra il fatto che non è la prima volta che il politico messicano pensa al pontefice argentino come ad un alleato di primo piano nella lotta senza quartiere alla corruzione e alla violenza criminale e narcos che ha dichiarato come caratterizzante la propria presidenza.

In ottobre del 2015, con la campagna elettorale di là da venire, Andrés Manuel López Obrador viaggiò a Roma per consegnare di persona al Papa una lettera e una medaglia commemorativa di Fray Bartolomeo de Las Casas, il domenicano spagnolo difensore degli indigeni molto caro al pontefice. A Papa Francesco Lopez Obrador anticipava l’intenzione programmatica di voler lottare nel futuro contro la corruzione vedendola come una fonte di diseguaglianza e una ragione di violenza in Messico, assicurando a questa causa tutto il proprio impegno di politico veterano già candidato alla presidenza del Messico alle elezioni del 2006 e per la Coalizione del movimento progressista nelle elezioni del 2012.

A metà aprile di quest’anno, con la campagna elettorale in pieno svolgimento, Andrés Manuel López Obrador, alla testa di una coalizione formata dal “Movimiento Regeneración Nacional” (Morena), dal “Partido del Trabajo” (PT) e dal “Partido Encuentro Social” (PES), uscendo dalla sede della Conferenza episcopale messicana ha ripetuto che avrebbe invitato il Papa a partecipare a una serie di forum sulla sicurezza che avrebbe organizzato una volta vinte le elezioni. Ai giornalisti che lo attendevano all’uscita della riunione privata con i presuli del suo paese riferì di “aver detto loro (ai vescovi) che per portare avanti questo processo di consultazione inviterò Papa Francesco ad aiutarci, ad accompagnarci durante tutto il processo, come anche altri leader spirituali di altre chiese, e leader delle organizzazioni sociali e del mondo, in modo che tutto ciò che riguarda il grave problema dell’insicurezza e della violenza venga analizzato”. Fece anche notare che il Papa “ha già partecipato ad altri processi di pace, con altre caratteristiche ovviamente, ma ha partecipato alla pacificazione tra i governi di Cuba e gli Stati Uniti, agli accordi di pace della Colombia e ha partecipato a tutto ciò che contribuisce alla pace e alla tranquillità”, ragioni che lo inducevano a chiedere il coinvolgimento di Francesco nel processo messicano.

Eletto presidente, e non ancora assunta la carica, Lopez Obrador ha ribadito lo stesso proposito.

QUI L’ORIGINALE

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