Le tecnologie delle industrie automobilistiche ci verrano incontro, intanto ecco un'idea semplice, low cost e che fa leva sul senso di comunità
Mi è impossibile ascoltare per intero le notizie che riguardano le tragedie di bimbi abbandonati in auto, quando di tanto in tanto accadono. Sono episodi che restano come un memento vertiginoso sulla nostra incapacità di essere bravi genitori. Uso questa parola dura “incapacità” senza volontà di accusa alcuna. Un genitore non è mai bravo, è questo il punto. Siamo sempre con le maniche rimboccate, tendiamo e tentiamo – con le forze che ci sono date di giorno in giorno – di custodire quel bellissimo e terribile dono che è crescere i figli.
La vita, come dato originario, è qualcosa che sfugge alla portata piccola delle mani umane. Come bicchieri di fronte all’oceano non abbiamo la capacità di contenerlo, in questo senso siamo incapaci. Perciò noi genitori non saremo mai inappuntabili, ma saremo sempre all’opera accanto alla presenza della vita dei nostri bambini … talvolta euforici, talvolta arrabbiati, talvolta pure stanchi morti.
Di fronte a mancanze anche piccole, gli scrupoli si fanno sentire forte. Quando la notizia di un bimbo dimenticato in auto ci raggiunge, il pensiero va subito ai genitori: la nostra solidarietà con la loro angoscia è totale, perché sappiamo quanto noi stessi siamo capaci di smemoratezze che potrebbero rivelarsi disastrose.