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Qual è il senso dell“Amen” all’interno della Messa?

KOMUNIA ŚWIĘTA

Fr Lawrence Lew OP/Flickr

A Fé Explicada - pubblicato il 07/07/18

Quali sono i momenti giusti in cui dire “Amen” a Messa e l'importanza di questa parola

di p. Hugo da Silva Cavalcante, OSB

Partecipando a tante celebrazioni eucaristiche, possiamo far passare inosservati il significato e i momenti in cui diciamo “Amen”, che purtroppo spesso non si sente, altre volte si dice al momento sbagliato o non si dice quando si dovrebbe, ovvero quando è invece obbligatoria la sua manifestazione.

In questo articolo vorrei ricordare quello che stabilisce al riguardo il diritto liturgico. Nel frattempo, vorrei analizzare in campo etimologico il suo significato. In uno dei dizionari più usati della lingua portoghese si trova questa definizione:

“Amen – parola liturgica di acclamazione, che indica consenso fermo, concordanza perfetta, con un articolo di fede; così sia; concordanza; approvazione, consenso, conferma…”

Nella celebrazione eucaristica, l’AMEN è molto frequente, anche nelle celebrazioni quotidiane, e viene pronunciato dai fedeli soprattutto come risposta al presbitero o al vescovo che presiede la celebrazione, o anche da tutta l’assemblea che celebra:

1. All’inizio della celebrazione, subito dopo il segno della croce, quando solo chi presiede la celebrazione dice: “Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo”. Tutti rispondono “Amen”.

2. In risposta alla preghiera, pronunciata solo da chi presiede la celebrazione e che conclude l’atto penitenziale: “Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna”. Tutti rispondono “Amen”.

3. Alla fine della preghiera colletta, pronunciata solo da chi presiede la celebrazione nelle sue tre possibili forme per la dossologia finale: “Preghiamo… Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo”, o “Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, nell’unità dello Spirito Santo”, o, se rivolta a Gesù, “Che vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo”. Tutti rispondono “Amen”.

4. Dopo la conclusione da parte di chi presiede la celebrazione della preghiera dei fedeli: “Per Cristo, nostro Signore”. Tutti rispondono “Amen”.

5. Nel momento in cui chi presiede la celebrazione conclude la preghiera sulle offerte: “Per Cristo, Nostro Signore”. Tutti rispondono “Amen”.

6. Al termine della preghiera eucaristica (canone), pronunciata da chi presiede la celebrazione o dai presbiteri concelebranti, ma non dai fedeli dopo la dossologia conclusiva: “Per Cristo, con Cristo e in Cristo…” Tutti rispondono “Amen”.

7. Alla fine delle preghiere dopo il Padre Nostro (che non ha Amen), pronunciate solo da chi presiede la celebrazione, e immediatamente prima del rito della pace: “Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli”. Tutti rispondono “Amen”.

8. Durante la Comunione, in risposta alle parole del ministro ordinario o straordinario che distribuisce la Santissima Eucaristia: “Il Corpo di Cristo”, o “Il Corpo e il Sangue di Cristo”. Si risponde individualmente “Amen”.

9. Al termine della preghiera dopo la Comunione, pronunciata solo da chi presiede la celebrazione: “Per Cristo, nostro Signore”. Tutti rispondono “Amen”.

10. Come risposta alla benedizione finale impartita da chi presiede la celebrazione: “Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo”. Tutti rispondono “Amen”.

Nella celebrazione eucaristica, in alcuni casi solo la domenica e in occasione delle solennità, la parola “Amen” può risuonare anche in altre occasioni:

11. Quando si recita il Gloria, in latino o in lingua volgare, tutti rispondono “Amen”.

12. Se è presente un diacono, prima di proclamare il Vangelo chiede la benedizione al presbitero; se è un vescovo a presiedere e un presbitero proclama, questi chiede la benedizione al vescovo. Il diacolo o il presbitero rispoonde “Amen”.

13. Se c’è la recita del Credo, in lingua volgare o in latino, alla fine tutti rispondono “Amen”.

14. Se la benedizione finale è data in forma solenne, usanza purtroppo in disuso in molti luoghi. Tutti rispondono “Amen” in questo modo: dopo l’invito “Chinatevi per ricevere la benedizione”, dopo ciascuna delle invocazioni da parte di chi presiede la celebrazione, in genere tre, e dopo la formula di benedizione.

Che il nostro Amen sia quindi pronunciato con disposizione e convinzione, nel posto giusto e anche al momento giusto. Amen!

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