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Consigli per gestirsi con umorismo

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By nd3000 | Shutterstock

Pierre d'Elbée - pubblicato il 05/07/18

Affrontate il lavoro con buonumore!

Per organizzare una squadra di lavoro non c’è niente di meglio di una buona dose di umorismo di buona qualità.

In tono scherzoso, Guillaume Pepy, presidente dell’impresa ferroviaria francese SNCF, minaccia i suoi colleghi dicendo: “Se vi annoiate vi licenzio!”

Nel 2012, un’inchiesta britannica ha mostrato che gli impiegati danno più valore all’umorismo dei capi che a franchezza, fiducia e rispetto. Tre anni dopo, un’altra inchiesta di Opinionway ha mostrato che quasi il 90% dei francesi considera l’umorismo “essenziale” per la vita in società, sostenendo che renda la vita più gradevole e permetta di vedere le cose in prospettiva e di esprimere cose difficili, soprattutto le ingiustizie.

Buonumore e cattivo umore

Visto che richiede talento e discernimento, spesso non si parla di umorismo nelle imprese. Merita però tutta la nostra attenzione, viste le virtù positive che gli vengono attribuite:

  • è un respiro mentale,
  • fa riesaminare i comportamenti assurdi,
  • diminuisce lo stress,
  • promuove la complicità di un’équipe,
  • crea una sensazione di benessere,
  • sdrammatizza le situazioni angosciose,
  • permette di vedere le cose in prospettiva,
  • risveglia la comprensione reciproca…

La lista dei benefici è lunga.

L’umorismo, tuttavia, non è sempre positivo:

  • può ferire,
  • può far sminuire un collega,
  • può creare inimicizie,
  • può far evitare una risposta franca eludendo la questione,
  • può far perdere di vista l’obiettivo.

L’umorismo dev’essere dunque gestito con moderazione e precisione. E voi, che umorismo praticate?

L’umorismo del capo è un’arte. Bisogna:

Essere naturali

Per prima cosa, bisogna conservare la naturalezza. Non è necessario far ridere gli altri per essere un buon capo. Potete accontentarvi di ridere, essere calorosi o avere una buona disposizione nei momenti di relax.

L’umorismo è più efficace quando è naturale. Ridere sinceramente vuol dire lasciarsi trasportare, dimostrare che si è capaci di sorprendersi in modo positivo. Inevitabilmente, questo crea un vincolo.

Niente ironia

Bisogna preferire ridere di se stessi che ricorrere a un’ironia che può ferire. Napoleone diceva: “Dobbiamo sempre riservarci il diritto di ridere il giorno dopo delle nostre idee del giorno precedente”. Il problema del fatto di ridere di sé in un capo è che può essere uno sminuire consentito accompagnato da un sorriso.

Il capo deve innanzitutto dimostrare di non essere prigioniero della propria immagine e unire la sua squadra intorno all’azione comune.

Ridere di se stessi non distrugge l’autorità. Al contrario, la rafforza e serve anche a valorizzare le qualità del lavoro di squadra.

Vedere il lato positivo delle cose

Anche il lavoro per il quale serve maggior concentrazione richiede momenti di respiro. Lo stress dev’essere alleviato. Ridere libera energia, creatività, motivazione e un senso di sfida.

Non è facile usare l’umorismo in qualsiasi contesto, ma possiamo sempre decidere di vedere il lato positivo delle cose. Si può trovare un elemento divertente in qualsiasi situazione, anche la più fastidiosa o drammatica.

Ricordiamo le parole di Woody Allen: “Affidare la Terra agli esseri umani è come affidare un western a Woody Allen”.

Niente complessi

C’è umorismo per tutti i gusti. L’umorismo è eminentemente culturale, e l’umorismo inglese, quello spagnolo, quello messicano o quello colombiano hanno caratteristiche diverse. Se raccontate una storia divertente in una riunione di lavoro importante venendo accolti da un silenzio crudele riprovateci, magari dicendo qualcosa del tipo: “È un peccato che non vi abbia fatto ridere, era l’unica parte divertente della mia presentazione”.

E allora scioglietevi e buona fortuna!

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