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Che fare quando vi viene assegnato un nuovo parroco?

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pixabay

Catholic Link - pubblicato il 03/07/18

Qualche consiglio per un periodo di grandi cambiamenti in parrocchia

di Melissa Johnson

Ecco qui: il vostro amato parroco, che vi ha guidati per tanti anni, è stato assegnato a un nuovo incarico. E ora?

Potreste aver impiegato anni a conoscerlo, o forse siete nuovi in parrocchia. Potreste aver seguito con lui la preparazione al matrimonio, i corsi di iniziazione cristiana o la preparazione al Battesimo di un figlio o di vari. Potrebbe avervi consigliato in momenti difficili – la perdita di un bambino, o del coniuge – e forse è stato il faro delle lezioni di catechismo dei vostri figli. E ora l’arcivescovo ha pensato bene di sradicarlo e di mandarlo in un’altra parrocchia a un’ora o più di distanza.

Prima di tutto: niente panico!

Potrebbe sembrarvi la cosa peggiore che possa accadere (o quella migliore, in base a quello che provate per il vostro parroco!), ma finché avete ancora Gesù nel Santissimo Sacramento avete basi solide. La Chiesa esiste da due millenni; questo piccolo cambiamento nella vostra vita spirituale non provocherà alcuna rovina. Gesù ha detto che sarebbe rimasto con noi fino alla fine dei tempi, quindi coraggio, abbiate fiducia!

In secondo luogo, spesso ai sacerdoti non vengono dati più incarichi “a vita”.

Non c’è un numero sufficiente di sacerdoti. Nella mia diocesi, ai sacerdoti viene dato in genere un incarico di sei anni prima che ne ottengano un altro – in genere per un ruolo o una responsabilità più importante o una parrocchia più grande (o anche varie parrocchie). E allora pregate per le vocazioni! Ho letto da qualche parte che non è che Dio non chiami i giovani al sacerdozio come faceva prima, ma che spesso i giovani semplicemente non gli rispondono. Incoraggiate e promuovete le vocazioni ovunque possiate. Troppo spesso la reazione al discernimento (la ricerca ragionata della propria vocazione) suscita in familiari e amici delusione, scoraggiamento o perfino paura. Quanto spesso la piccola voce che si sente dentro viene sopraffatta dal rumore e dall’aspettativa del mondo?

Torniamo al vostro nuovo parroco. Una volta che avete salutato il parroco uscente versando tutte le vostre lacrime e facendogli dei bei regali di addio, cosa dovreste aspettarvi?

Nella nostra parrocchia ci viene quasi sempre assegnato un neosacerdote o uno ordinato da poco. Siamo anche collegati all’università locale Newman Center, e il nostro parroco è il suo cappellano. Questo comporta varie preoccupazioni. Come sarà il nuovo parroco? Quale sarà il suo “stile liturgico”? Sarà scontroso o amichevole, o gli piaceranno certi cibi? In breve, la domanda che ci si pone non è tanto “Gli piaceremo?”, quanto “Ci piacerà?”

I cattolici, come la maggior parte degli esseri umani, tendono a pensare che il loro modo di fare le cose (intendo il loro, non necessariamente quello della Chiesa) sia l’unico esistente. Non ha senso, ovviamente. Anche i neosacerdoti hanno superato vari anni di seminario, studiando Teologia, e non sono certo nati ieri. Non sono diventati presbiteri se non dopo vari anni di meditazione e preghiera.

Non aspettatevi che il nuovo sacerdote sia esattamente come quello precedente, e non ditegli costantemente che padre Tizio celebrava la Messa in modo molto più convincente, come non dovete aspettarvi che conosca ogni eccentricità e preferenza della parrocchiate. Siate gentili e caritatevoli nei confronti del nuovo arrivato, e pensate che anche lui affronterà con ansia la sua nuova responsabilità.

Presentatevi dopo la Messa (non prima!) e invitatelo a cena. Siate accoglienti ma non insistenti. I sacerdoti sono umani, e spesso hanno agende piene di impegni. Pensate a come vi siete sentiti il vostro primo giorno di lavoro – ansiosi, insicuri… È bello sapere che la gente sostiene i nostri sforzi, ma è bello anche quando gli altri rispettano i nostri spazi e la nostra dignità.

Soprattutto, non eccedete con la familiarità.

Forse eravate amiconi del parroco precedente, ma ciò non vuol dire che il rapporto sarà lo stesso anche con il nuovo. Spesso ci aspettiamo dai sacerdoti cose che non ci aspetteremmo neanche dai nuovi vicini: totale familiarità, che richiede tempo e rispetto. E ricordate: il vostro nuovo parroco vuole il meglio per voi – che siate sempre portati a Gesù Cristo attraverso i sacramenti e la preghiera, finché non sarete con Lui in Cielo. La vostra salvezza e l’amore di Cristo sono i motivi per i quali è diventato presbitero; è per questo che ora gli è stata data la responsabilità di guidare la vostra parrocchia, e per lui è la cosa più importante. Cercate di ricordarvelo quando gli chiedete di ospitare il club del giardinaggio o i Cavalieri di Colombo perché chiacchierino facendosi una fumatina.

Dopo tutto, per quanto ne sapete probabilmente non fuma.

QUI L’ORIGINALE

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