Invece, sottolinea il cappellano dell’ospedale, «andrebbe fatto prima, essendo un sacramento legato alla guarigione, ho avuto esperienza in tal senso. Pregando con fede e amministrando l’Unzione ci sono stati casi di miglioramento.Tutto è proporzionato alla fede e alla volontà di Dio ovviamente».
I familiari
Se una persona è credente, ma non è in condizioni di decidere cosa si fa «ci si affida alla decisione dei familiari, che troppo spesso sono fragili e temono che il congiunto alla vista del sacerdote possa avere timore della fine e a volte evitano, ma facendo così privano quella persona dei conforti religiosi, di una preghiera, pensano di lasciare in pace invece spiritualmente fanno un danno».
Un sacerdote, sottolinea Padre Alberto, «sa come comportarsi, è sensibile, sa come agire in certi casi, ma non si fidano, ritorniamo sempre alla paura».
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Il dono del Ministero
«Lo ripeto senza stancarmi – conclude il cappellano dell’ospedale Sant’Andrea – noi siamo presenti per recare sollievo, conforto, speranza nel nome di Gesù Cristo. Il Ministero Sacerdotale è una grazia immensa, i doni che il Signore elargisce ai sacerdoti sono innumerevoli, sono i carismi e, tra questi quello della guarigione e liberazione. Un sacerdote che crede nel suo ministero può guarire».