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La nostra casa è sulla roccia di Dio, non sulle sabbie dei nostri propositi

CASA, ROCCIA, FIUME

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 28/06/18

L'amore non è un pensiero; è all'opera e costruisce fondamenta che resistono al vento e alla pioggia del male, delle contraddizioni, del dolore

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?
Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento:
egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. (Mt 7,21-29)

Ognuno di noi ha degli incubi ricorrenti. Io ne ho uno che faccio anche senza dormire. Ogni volta che mi fermo a fare l’esame di coscienza penso spesso alle parole del vangelo di oggi: “In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!””.

Il fatto di essere prete, di prestare ogni giorno le mie mani all’eucarestia, di alzare la mia destra per assolvere, di ascoltare tanta gente, di scrivere e predicare per ore ed ore non mi mette al sicuro dal sentirmi dire un giorno dal Signore questa parola: “Non ti conosco”. Perché non basta fare delle cose nel Suo Nome per dire anche di aver vissuto per Lui, con Lui e in Lui. E capiterà come una mamma che presa dalla smania di tenere pulita casa si dimentica di amare i figli. Un giorno quei figli diranno: “non ti conosciamo. O almeno non come mamma”. Faremmo bene allora a costruire la nostra vita su un terreno migliore della semplice sabbia dei nostri propositi. Faremmo bene a costruire sulla roccia di chi ama davvero. Perché l’amore è una questione di fatti non di propositi. “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia”.

Ma quando mancano i fatti dell’amore, allora pioggia, piene e venti contrari che nella vita un giorno si e uno no incontriamo, ci porteranno solo al pugno di mosche che c’era alla base della nostra vita. Nasce così non una paura, un santo timore di non perdere tempo, di rimboccarsi le maniche, di domandarsi come si può dare carne alle parole e come si possa trasformare in fatto ciò che si è capito e riconosciuto giusto con la propria testa. In fondo anche il diavolo ha capito tutto, ma gli manca esattamente la carità di tirarne le conseguenze. Anche lui ha fede, ma non ha la carità, che è la fede all’opera.

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