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Tra tutte le foglie del nostro albero c’è almeno un frutto?

MANO; ALBERO; ARANCIA

Brienne Hong | Unsplash

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 27/06/18

I falsi profeti si vestono di sentenze; il cristiano non si prende troppo sul serio, sorride e aderisce con umiltà al bene

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.
Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.
Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere». (Mt 7,15-20)

“Si può passare sopra un morso di lupo ma non sopra un morso di pecora” diceva James Joyce. E credo che questo sia il commento più bello al vangelo di oggi: “Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete”. È un male antico quello di travestirsi da buoni, da giusti, da moralisti, da praticanti, da Robin Hood, ma la verità è che molto spesso uno che ostenta qualcosa è perché fondamentalmente non ce l’ha.

Chi è davvero buono non userebbe mai la propria bontà come vanità. Chi vale davvero lo si riconosce da uno stile di umiltà che permea tutto ciò che dice e che fa. Ci fa magari sorridere l’espressione “sono umile e me ne vanto”, ma molte volte noi ci ammaliamo di questa comica contraddizione e siamo i primi a crederci e a convincercene. Gesù dice che “dai frutti li riconoscerete”, ma vorrei aggiungere che c’è anche qualche altro modo per accorgercene. Diffidate di chi si prende troppo sul serio, di chi non sa sorridere di se stesso, di chi fa finta di ascoltare ma parla solo lui, di chi dà troppe pacche sulle spalle facendoti sentire sempre un po’ sbagliato.

I falsi profeti hanno sempre tutto chiaro per questo odiano il confronto, non dialogano ma sentenziano, non uniscono ma uniformano. Certe pecore travestite non sono buone nemmeno per fare i buonissimi arrosticini abruzzesi, perché sono pecore taroccate. Ecco perché il vangelo non ha paura a dire che di persone così non ci si può fare nemmeno un buon fuoco, ma solo fuoco di scarto, quello che i contadini accendono per smaltire i rifiuti delle piante, i rami secchi e le foglie morte: “Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere”. Per questo, arrivata la sera, quando facciamo il nostro esame di coscienza, dovremmo attraversare con coraggio tutte le foglie di cui siamo fatti, tutta l’apparenza di cui siamo rivestiti, e cercare almeno un frutto che dica che quella giornata non è stata sprecata.

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