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Qual è il valore di recitare il Rosario, visto che è una preghiera tanto ripetitiva?

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Graja / Shutterstock

Comunità Shalom - pubblicato il 25/06/18

Una persona innamorata si stanca forse di dire “Ti amo”?

Il Rosario è una preghiera ripetitiva? Certamente. Ma nel mondo cos’è che non si ripete? Gli astri percorrono sempre la stessa orbita. La Terra gira sempre intorno allo stesso asse. I giorni e le notti si succedono sempre nello stesso modo. Le stagioni, gli anni, i mesi, i giorni… obbediscono sempre allo stesso ciclo. Gli uccelli ripetono sempre lo stesso canto. Gli alberi producono sempre gli stessi fiori e gli stessi frutti. Gli animali e gli esseri umani si moltiplicano sempre allo stesso modo.

Il cuore batte nel petto sempre nello stesso modo. Il sangue percorre sempre le stesse vene. E quando vogliamo bene a qualcuno non ci stanchiamo mai di ripetergli sempre la stessa cosa: “Ti amo!” Gli angeli e i santi in Paradiso cantano continuamente: Alleluia! Alleluia! Santo, santo, santo…


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Se è così, perché nella preghiera non dovremmo ascoltare sempre la stessa Parola di Dio, rinnovare sempre lo stesso Sacrificio e la stessa Cena, ripetere sempre lo stesso gesto d’amore, ripetere sempre la stessa invocazione? È stato Dio che ci ha creati così, è stato Gesù che ha comandato che fosse così, e allora perché stupirsi che siamo in questo modo?

Tutto dipende dalla qualità dell’amore che mettiamo in quello che nel corso della vita possiamo e dobbiamo ripetere migliaia di volte. L’amore non si stanca mai, come l’occhio non si stanca di vedere, l’orecchio non si stanca di ascoltare, il palato non si stanca di assaporare… Nella vita umana, al contrario, la successione degli stessi atti porta all’apprendimento, all’approfondimento, alla concentrazione.

Il Rosario della Vergine Maria è l’espressione concreta di questa realtà. Mentre con la bocca ripetiamo il Padre Nostro e l’Ave Maria, la mente ripercorre insieme a Gesù i misteri della sua vita, passione, morte, resurrezione e glorificazione, e con Maria gli eventi a cui Ella ha partecipato, unita a suo Figlio e alla sua Chiesa.

Tutto acquisisce il suo senso nella misura in cui cerchiamo di concentrare l’attenzione su Gesù, approfondire il senso della sua vita, manifestare il nostro amore nei confronti di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e della Madonna.

Questo modo di pregare è antico quanto l’umanità. Esiste in tutte le religioni, in tutti i culti, perché corrisponde al nostro modo umano di relazionamento con gli altri e con Dio. Nel cristianesimo, il costume di ripetere la stessa invocazione risale ai primordi.

Lo stesso Gesù ci ha insegnato a insistere nella nostra preghiera finché non veniamo ascoltati. Il Vangelo ci riferisce varie parole di Gesù, episodi della sua vita e parabole che chiedono questo tipo di preghiera. Col tempo sono sorti mezzi concreti di organizzare questo tipo di preghiera, come sono oggi i nostri rosari fatti di materiali di ogni tipo.

Quando Gesù ci avverte che non dobbiamo ripetere le nostre preghiere come fanno i pagani, non sta condannando la ripetizione delle preghiere – di cui Egli ci ha lasciato esempi e comandamenti –, ma condanna il modo di fare dei pagani, ovvero la ripetizione per la ripetizione in sé, senza il contenuto d’amore del cuore, la ripetizione magica, le parole sterili che non raggiungono il cuore del vero Dio.


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Che durante la recita del Rosario si verifichino delle distrazioni è normale. Accade in ogni preghiera, non solo nel Rosario – fa parte della nostra debolezza. Dio non ci fa caso, a meno che non ci sia cattiva volontà. Sa bene di cosa siamo fatti…

E allora recitate il Rosario; potendo, recitatelo tutto. Mettete in esso tutto il vostro amore nei confronti di Gesù e di Maria, cercate di concentrarvi nella meditazione dei misteri della nostra Salvezza. È un cammino di santificazione raccomandato dalla Chiesa, e in particolare dai Papi e dai santi.

Il 16 ottobre 2002, Papa Giovanni Paolo II ha rivolto a tutta la Chiesa una Lettera raccomandando la recita del Rosario. La Lettera inizia dicendo:

“Il Rosario della Vergine Maria (…) nella sua semplicità e profondità, rimane (…) una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. (…) Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore”.




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Non smettete di invocare Maria attraverso la recita quotidiana del santo Rosario. Il Rosario è una sorta di “corrente” che lega la Terra al Cielo mediante le mani di Maria. Ella stessa, a Lourdes e a Fatima, ha chiesto di recitare il Rosario. Rispondete anche voi alla richiesta della nostra santa Madre!

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