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Prima di morire, il nostro ultimo pensiero è positivo

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Dolors Massot - pubblicato il 25/06/18
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La morte ci rende tutti uguali. Lo ha scritto in modo magistrale Jorge Manrique in Coplas a la muerte de su padre: “Quanti vivono del lavoro delle loro mani e i ricchi”, dice, finiscono tutti nello stesso mare, che è il morire.

Questa stessa idea di uguaglianza, ma in un aspetto concreto, viene espressa in un recente studio dell’Università Johannes Gutenberg (Germania) sulle emozioni che provano le persone che sono prossime alla morte, come nel caso dei condannati a morte o di chi sta per suicidarsi.

Anche in queste situazioni estreme, gli psicologi che hanno indagato sulla questione osservano che la persona tende a mostrare affetti positivi. “La consapevolezza del fatto che il tempo di cui si dispone è scarso fa sì che affiori l’affettività nei confronti delle persone care”, affermano.

Nell’articolo, apparso sull’ultimo numero della rivista Frontiers in Psychology, si raccolgono messaggi come i seguenti, tra quelli che hanno lasciato alcuni prigionieri del braccio della morte in Texas:

“Amo la mia famiglia. Siate forti. Prendetevi cura gli uni degli altri. Vi voglio bene. Vi voglio bene. È arrivata la mia ora. Vi voglio bene. Siate forti”.

“Sono in pace […] L’odio continua a prevalere in questo mondo e deve finire. Ma io sono in pace”.

“Vorrei ringraziare i miei genitori, che sono stati il mio sostegno in ogni momento. Ringrazio il pastore Williams per avermi consigliato e guidato. Guardo alla mia destra e vedo la famiglia di [la vittima]. Spero che questo porti un po’ di pace a loro, al loro figlio e ai loro cari. È stata una lunga giornata. Non è la fine, solo l’inizio”.

Aver vissuto un’esperienza limite fa vedere la vita come un regalo

In un altro studio dell’Università statale di Youngstown, negli Stati Uniti, si apprezzavano termini collegati al perdono, all’innocenza, al silenzio o all’apprezzamento, così come l’attivismo politico e sociale, riferisce El País.

Un terzo rapporto che può essere rilevante per sapere cosa si pensa nei momenti vicini alla morte è quello pubblicato sul The Journal of Positive Psychology, in cui si spiega che chi ha sperimentato situazioni limite (per malattie gravi o incidenti) si apre di più alla riflessione positiva.

“La riflessione sulla propria morte aumenta la gratitudine, perché in quel momento la persona intende la vita come un dono. Svolgere questo esercizio potrebbe aiutare a compiere un bilancio degli aspetti positivi e negativi e ad aumentare l’apprezzamento per la vita”, sottolineano gli autori dello studio, che raccomandano di valorizzare i piccoli piaceri.

Sulla stessa linea di quelli precedenti, un altro studio dell’Università George Manson conclude che affrontare la morte fa sì che aumenti l’utilizzo di parole emotive positive.