Sindone, Oviedo e Volto Santo sono i tre veli su cui sarebbero impressi il volto e il corpo di Gesù
Per ora quelli venerati come reliquie di Cristo sono tre in tutto il mondo. Due in Italia e uno in Spagna. Stiamo parlando dei sudari su cui sarebbero riprodotti il volto e il corpo di Gesù.
Il condizionale è d’obbligo perché le indagini scientifiche compiute in tutti e tre i casi hanno rilasciato dati contrastanti tra loro.
Il primo: la Sindone
Il più importante è il lino della Sindone di Torino. La Sindone è un lenzuolo tessuto a spina di pesce delle dimensioni di circa m. 4,41 x 1,13, contenente la doppia immagine accostata per il capo del cadavere di un uomo morto in seguito ad una serie di torture culminate con la crocifissione.
L’immagine è contornata da due linee nere strinate e da una serie di lacune: sono i danni dovuti all’incendio avvenuto a Chambéry nel 1532.
Secondo la tradizione si tratta del Lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro. Questa tradizione, anche se ha trovato numerosi riscontri dalle indagini scientifiche sul Lenzuolo, non può ancora dirsi definitivamente provata.
Vi è una sostanziale concordanza tra il racconto dei Vangeli sulla Passione di Cristo e le informazioni che riusciamo a ricavare dalla Sindone.
Dall’efferata flagellazione, prima di una crocifissione (sono stati ipotizzati 60 colpi di frusta) alla coronazione di spine; dall’assenza di crurifragium, la frattura delle gambe inflitta per accelerare la morte (A Gesù non vennero spezzate le gambe come ai due ladroni perché morì in maniera insolitamente rapida, tanto che Pilato se ne stupì) alla ferita al costato inferta dopo la morte (un fatto raro) (Aleteia, 20 aprile 2014)