Forse lo avete visto anche voi, forse siete tra quelli che lo hanno reso virale credendoci?
Forse avete commesso un errore di valutazione, ma come mai? Ma andiamo con ordine…
Leggi anche:
Ma perché gli italiani credono a panzane come il “prete che ringrazia Allah”?
Chi è Gian Marco Saolini?
E’ un noto troll, trasformista, social media manager e web performer, è molte cose ma non è assolutamente un marinaio della nave Aquarius. Tutta una bufala, per far emergere – dice lui – il razzismo degli italiani. Le parole che usa sono chiare: “Mi chiamo Giovanni Titori e sono stato fino a ieri parte dell’equipaggio dell’Aquarius, ero nostromo. Sono stato fatto secco, sono stato eliminato e licenziato semplicemente perché volevo parlare, volevo dire la verità agli italiani. Non è assolutamente vero che sulla nave Aquarius ci sono condizioni disagiate. La gente è felice. C’è una sala dove ci sono videogame e giochi d’azzardo. Molti di loro passano la sera giocando alla roulette e non chiedetemi con quali soldi. Sono tutti ben vestiti, ben nutriti”.
Leggi anche:
Nel loro nuovo spot i The Jackal ironizzano sul razzismo degli italiani
Come ha fatto un video, palesemente così sopra le righe in cui si vede che lui recita, fare 4.3 milioni di visualizzazioni su Facebook e quasi 150 mila condivisioni? Perché Gian Marco Saolini conosce il suo pubblico, in questo è maestro, è ha saputo provocare tutti i nostri peggiori istinti e pregiudizi sul tema dei migranti.
https://www.youtube.com/watch?v=QYFk0axTO1A
Leggi anche:
Quali peccati si compiono in rete?
Un pregiudizio duro a morire
L’idea più volte tirata in ballo che chi affronta prima il deserto, poi le bande armate in Libia e infine il mare sia lì in viaggio premio, come se fosse in crociera, che – quando sbarca in Italia – viene accolto con un cocktail con gli ombrellini e una busta di soldi. Quanto hanno di diaria? Ma 35 euro al giorno ovviamente! Falso! Falsissimo, eppure ancora e ancora è necessario ristabilire questa verità nascosta, affogata assieme alle bugie e assieme a chi è morto durante la traversata.
Leggi anche:
Escalation di violenza in tutta Italia contro la Caritas. Solo perché accoglie i migranti
Il Papa lo ha ripetuto di recente, la «prima fake news» è quella prodotta dal «serpente astuto», di cui parla la Genesi, che «portò alle tragiche conseguenze del peccato, concretizzatesi poi nel primo fratricidio e in altre innumerevoli forme di male contro Dio, il prossimo, la società e il creato».
La strategia dell’abile “padre della menzogna” è «la mimesi, una strisciante e pericolosa seduzione che si fa strada nel cuore dell’uomo con argomentazioni false e allettanti». Così accade con le informazioni infondate proposte da media e reti sociali, «basate su dati inesistenti o distorti e mirate a ingannare e persino a manipolare il lettore» la cui «diffusione può rispondere a obiettivi voluti, influenzare le scelte politiche e favorire ricavi economici». E una loro caratteristica è proprio la «natura mimetica, cioè la capacità di apparire plausibili» a cui si aggiunge il fatto che «queste notizie, false ma verosimili, sono capziose, nel senso che sono abili a catturare l’attenzione dei destinatari, facendo leva su stereotipi e pregiudizi diffusi, all’interno di un tessuto sociale, sfruttando emozioni facili e immediate da suscitare, quali l’ansia, il disprezzo, la rabbia e la frustrazione» (Avvenire).
Leggi anche:
Francesco, un “papa giornalista”?