Un “guerriero” amato in tutta la cittadina toscana. Il 17 giugno ha festeggiato 70 anni di sacerdozio. “Dio l’ho incontrato in corsia”, dice Don Reno Pisaneschi
«Continuo a servire in parrocchia, finché i superiori si fidano e il Signore non mi chiama per il “colloquio” strettamente personale».
Tra la fluente barba bianca si affaccia un sorriso. Don Reno Pisaneschi, 94 anni compiuti il 19 marzo, è uomo di chiesa e di piazza.
Il 17 giugno ha festeggiato i suoi 70 anni di sacerdozio acclamato da moltissimi cittadini di Cecina, la cittadina in provincia di Livorno dove opera ancora come sacerdote..
Alla guida del Coordinamento
Dal 2000 Don Reno si è messo alla testa del Coordinamento cittadino a difesa dell’ospedale di Cecina e da allora chi parla di sanità in Bassa Val di Cecina non può fare a meno di confrontarsi con lui. «Dio l’ho trovato in corsia», dice a Il Tirreno (15 giugno).
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“Ho visto l’inferno”
L’ospedale ha segnato la vita del sacerdote. «È stato per me il luogo dove ho trovato il mio Dio in carne e ossa. In corsia ho visto l’inferno. Ho retto le gambe di amici mentre stavano per essere amputate. Con i malati ci parlavo a lungo. Gli portavo via la padella, gli rifacevo il letto. Mi comportavo da fratello. Poi, solo dopo averli aiutati, se lo desideravano, parlavo loro di Dio»
Lo scontro con Regione e Comune
La forza di Don Reno è di combattere come un guerriero ogni qual volta si è provato a depotenziare l’ospedale, o si è registrato un malfunzionamento dei servizi offerti. Senza timori, è arrivato persino allo scontro con i vertici regionali della Sanità toscana e con il sindaco e l’amministrazione comunale: nell’occhio del ciclone sono finiti il reparto di emodinamica, i tempi per le visite ambulatoriali, posti letto carenti, periodi degenza strettissimi (eraldodellatoscana.blogspot.it).
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Fino all’ultimo giorno
E lui sempre lì in prima fila. Ogni volta che porta la sua voce in assemblee e incontri pubblici sulla sanità non manca di fare un inciso: «Sono alla fine della mia vita, ma fino all’ultimo respiro difenderò il diritto dei miei concittadini ad avere servizi sanitari da paese civile».