Sono 6 fratelli di razze diverse, sono felicissimi insieme: lo hanno dimostrato mandando un messaggio a una grande azienda e mescolando panna e cioccolato
Il mio nome è Tracy Schmidley. Sono mamma di sei figli, e madre adottiva di altri. Due dei miei sei figli sono stati adottati dopo il periodo di affido. Mio marito e io siamo insegnanti ed educhiamo i nostri figli, insieme ad altri amici, anche nel giardino di casa. Siamo appassionati di fede, educazione e adozione. Viviamo nella campagna della Louisiana e i bambini allevano galline, anatre, cavie. Abbiamo un enorme tavolo da pranzo che è quasi sempre pieno di gente, perché noi pensiamo che sia fatto per questo. (da Love What Matters)
Così mamma Tracy comincia a raccontare una storia fantastica che è capitata proprio attorno a quel tavolo, in uno dei tanti momenti di condivisione familiare. Si dice tanto che bisogna parlarsi durante i pasti, scambiarsi opinioni, confessare problemi, consolarsi. Questo episodio dimostra come piccoli gesti quotidiani gettino luce su cose davvero profonde.
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Il più grande dei fratelli è appassionato di storia, una sera a cena butta l’occhio sulla vaschetta del gelato preferito di famiglia e si sofferma sul nome La grande muraglia: è una di quelle confezioni in cui da una parte c’è la panna e dall’altra il cioccolato, una linea netta di separazione tra bianco e nero. Gli scappa una battuta: “Bhé, è un po’ il gusto della guerra civile“. Il suo pensiero va alla guerra di secessione americana, ovviamente. Noi possiamo associare tante altre immagini di separazioni più vicine alla nostra sensibilità.
I genitori prendono sul serio quella battuta, ne nasce un confronto creativo: si accorgono innanzitutto che al loro tavolo i “gusti” sono mescolati, fratelli bianchi e neri condividono tutto da mattina a sera. La mamma allora propone una sfida avvincente, cambiare il nome al gelato. Ed ecco che nasce il gusto Meglio insieme. Lo hanno proposto all’azienda e speriamo che la proposta venga accolta.
E’ bello che ci siano vaschette di gelato con più gusti – dicono questi bambini – perché in famiglia ciascuno deve essere soddisfatto con ciò che gli piace di più.
Verrebbe da dire che tanti esperti di marketing pluridecorati dovrebbero tendere l’orecchio e prendere appunti da questa creatività infantile; soprattutto, una volta di più, si impara realmente l’accoglienza stando a cena con una famiglia numerosa, più che a molti tavoli politici internazionali. Si possono costruire ponti sempre, semplicemente andando a fondo della nostra esperienza quotidiana.