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Come rendere più semplice la Confessione

CONFESSION

Marko Vombergar - ALETEIA.ORG-(CC BY-NC-SA 2.0)

David Mills - pubblicato il 13/06/18

Non guardate solo a un suo aspetto, quando alla fine c'è la promessa di qualcosa di enorme

Qualcuno ha chiesto una volta a uno scrittore se amava scrivere. “Mi piace aver scritto”, ha risposto. È come mi sento in genere riguardo alla Confessione. Voglio andarci, ma allo stesso tempo non voglio. Non mi sembra mai il momento adatto. L’ho pensata così fino all’altro giorno, quando ho realizzato che stavo guardando la cosa nel modo sbagliato. Stavo guardando un lato della Confessione e non l’altro.

Una volta che mi sono inginocchiato e ho iniziato a confessarmi, diventa sempre più facile. È come arrampicarsi sul pendio e poi scivolare giù. È una sensazione bellissima. Ovviamente mi sento pulito, ma soprattutto mi sento leggero, come se poi fosse più facile stare dritti e camminare. E sento che il mondo è più chiaro, che mentre ero nel confessionale è uscito il sole.

E allora perché è così difficile andarci? Perché una visita al confessionale sembra come una dal dentista?

Credo che molti di noi pensino alla Confessione soprattutto come a una “pulizia”, il che è ottimo. La sfida è il fatto che si tratta di una pulizia non nel senso di essere sciacquati da un uomo che ci getta dell’acqua tiepida addosso. Assomiglia piuttosto ad essere strofinati con lana d’acciaio. Almeno per me è così, e sono sicuro che valga anche per altre persone.




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Il mio amico padre David Poecking, ad esempio, che ha scritto un ottimo articolo sulla Confessione dal punto di vista di un sacerdote su Ethika Politika intitolato Christ Tears Off Our Scales usando la storia di Eustachio ne Il Viaggio del Veliero di C.S. Lewis.

Eustachio, ha scritto, rappresenta il tipico peccatore. Se avete letto la storia, ricorderete che è un essere umano eccezionalmente sgradevole. Vi siete probabilmente divertiti vedendolo trasformarsi in un drago. Giustizia è fatta. Anche come essere umano era stato un drago dentro, e questo, ahimé, vale anche per voi e per me. Se non siete un drago siete un serpente, un verme o un virus, un orco o un troll.

La nostra pelle dura

Aslan guarisce Eustachio in un pozzo di acqua magica. Gratuitamente. È tutta grazia, diremmo noi, ma prima Aslan deve liberare Eustachio dai suoi tratti di drago, “per paura che la sua pelle dura gli faccia scivolare addosso l’acqua. Allo stesso modo, il peccato impedisce di ricevere la grazia. Possiamo immergerci nella Scrittura o nei sacramenti, nella preghiera o nello studio, nel servizio o nel sacrificio, ma la nostra immersione ci permette ben poco se siamo troppo isolati dai tratti del peccato non riconosciuto e di cui non ci siamo pentiti”.

Ovviamente il fatto che Aslan rimuova quei tratti è tutta grazia, anche se, come dice Eustachio, “fa più male di qualsiasi cosa abbia provato”. Ha disperatamente bisogno di essere spellato vivo, ma non può farlo da solo. E chi di noi ci riuscirebbe? Tira via uno strato e ne trova un altro.

Continua padre Poecking: “Per guarirci, per perfezionarci, il Signore Gesù vuole scavare più in profondità in noi di quanto riusciremmo a fare da soli. Potremmo pensare: ‘Questa settimana almeno non ho ucciso nessuno, almeno non ho commesso adulterio’, ma Lui giudica ogni nostra parola piena d’ira un assassinio, ogni nostro pensiero lascivo un adulterio”.

È deprimente. In realtà non lo è, ma può sembrarlo.

Un altro modo di vedere la cosa

Mi piace ancora l’idea della pulizia morale e spirituale. Vorrei solo che non richiedesse il doversi prima “spellare”. Non mi piace l’idea di avere un drago dentro di me. E poi, l’altro giorno, ho realizzato che mi stavo concentrando solo su metà della questione.

La Confessione serve a ripristinare un’amicizia. Mi riporta a Qualcuno senza il quale non posso vivere. “È già lì nell’atto di dolore”, potreste dire. Sì, ma la gente vede cose diverse a stadi diversi.




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La preghiera mi dice che mi accosto alla Confessione non solo perché temo la perdita del Paradiso e le pene dell’Inferno. È questa la parte che ho visto, la parte in cui ci si sottrae ai tratti del drago. Mi ricorda anche, però, che mi ci accosto soprattutto “perché ho offeso Te, infinitamente buono, e degno di essere amato sopra ogni cosa”.

Alla fine Confessione provavo questo, ma non lo pensavo davvero prima di accostarmici. Pensavo soprattutto ai miei peccati. Ovviamente ripristinare un’amicizia non è semplice, ma la promessa di essere di nuovo amici stretti rende la prospettiva di essere spellati vivi molto più semplice.

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