Non guardate solo a un suo aspetto, quando alla fine c'è la promessa di qualcosa di enorme
Qualcuno ha chiesto una volta a uno scrittore se amava scrivere. “Mi piace aver scritto”, ha risposto. È come mi sento in genere riguardo alla Confessione. Voglio andarci, ma allo stesso tempo non voglio. Non mi sembra mai il momento adatto. L’ho pensata così fino all’altro giorno, quando ho realizzato che stavo guardando la cosa nel modo sbagliato. Stavo guardando un lato della Confessione e non l’altro.
Una volta che mi sono inginocchiato e ho iniziato a confessarmi, diventa sempre più facile. È come arrampicarsi sul pendio e poi scivolare giù. È una sensazione bellissima. Ovviamente mi sento pulito, ma soprattutto mi sento leggero, come se poi fosse più facile stare dritti e camminare. E sento che il mondo è più chiaro, che mentre ero nel confessionale è uscito il sole.
E allora perché è così difficile andarci? Perché una visita al confessionale sembra come una dal dentista?
Credo che molti di noi pensino alla Confessione soprattutto come a una “pulizia”, il che è ottimo. La sfida è il fatto che si tratta di una pulizia non nel senso di essere sciacquati da un uomo che ci getta dell’acqua tiepida addosso. Assomiglia piuttosto ad essere strofinati con lana d’acciaio. Almeno per me è così, e sono sicuro che valga anche per altre persone.
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Il mio amico padre David Poecking, ad esempio, che ha scritto un ottimo articolo sulla Confessione dal punto di vista di un sacerdote su Ethika Politika intitolato Christ Tears Off Our Scales usando la storia di Eustachio ne Il Viaggio del Veliero di C.S. Lewis.
Eustachio, ha scritto, rappresenta il tipico peccatore. Se avete letto la storia, ricorderete che è un essere umano eccezionalmente sgradevole. Vi siete probabilmente divertiti vedendolo trasformarsi in un drago. Giustizia è fatta. Anche come essere umano era stato un drago dentro, e questo, ahimé, vale anche per voi e per me. Se non siete un drago siete un serpente, un verme o un virus, un orco o un troll.