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La questione della nave Aquarius e dei porti chiusi ve la spieghiamo noi

L'Aquarius fait renaître l'espoir aux migrants © Patrick Bar / SOS Méditerranée France

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 11/06/18
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Tra mosse elettorali e questioni politiche con la UE il primo provvedimento del neo ministro Salvini è come ce lo aspettavamo: senza mezze misureAlla vigilia del voto amministrativo che si è svolto domenica 10 giugno, l’arrivo nelle acque in prossimità dell’Italia della nave umanitaria Aquarius ha portato alla decisione senza precedenti del ministro degli Interni Matteo Salvini di chiudere i porti ed impedire così l’attracco della nave  gestita congiuntamente dalle organizzazioni SOS Méditerranée e di Medici Senza Frontiere, dal 2016. La questione in realtà è tutta da giocarsi a Bruxelles, perché – fonti dello stesso Ministero dell’Interno – gli sbarchi dall’anno scorso sono diminuiti dell’80%.

La risposta delle ONG non si è fatta attendere

così come quella delle organizzazioni internazionali

 

Cosa è successo esattamente?

Tra sabato e domenica la nave Aquarius ha recuperato in mare 629 persone. Tra di esse ci sono 123 minori non accompagnati e 7 donne incinte. 229 persone erano a bordo di due gommoni (uno dei quali si era ribaltato), le altre 400 erano state invece recuperate in altre operazioni della Guardia Costiera e della Marina italiana e sono state successivamente trasbordate sulla Aquarius. Nel frattempo anche alla Sea Watch 3 verrà impedito di attraccare come confermato oggi dallo stesso Ministro.

Perché lo scontro Italia-Malta? A chi tocca accogliere?

La questione oltre che di politica interna sta diventando un tema di relazioni tra i paesi dell’Unione Europea. La richiesta del Governo italiano è stata che fosse Malta, tecnicamente più vicina alla Aquarius ad occuparsi dello sbarco e dell’accoglienza.

“Si conferma l’ennesima indisponibilità di Malta, e dunque dell’Europa, a intervenire e a farsi carico dell’emergenza”, ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sottolineando che “l’Italia si ritrova ad affrontare in totale solitudine l’emergenza immigrazione. Il regolamento di Dublino va radicalmente cambiato”. Dura la replica del premier maltese Muscat, affidate a un Tweet: “Siamo preoccupati per la direzione presa dalle autorità italiane sull’Acquarius, che è in alto mare. Vanno manifestamente contro le leggi internazionali e rischiano di creare una situazione pericolosa per tutti quelli che sono coinvolti”. Ma chi ha ragione? Il Post spiega perché di norma chi viene raccolto in acque libiche viene poi portato in Italia nonostante la maggiore vicinanza di Malta:

Il problema è che Malta – un paese povero che ha una superficie che è un quarto di quella di Roma – è scarsamente attrezzata per occuparsi di uno sbarco di centinaia di migranti e soprattutto delle loro richieste di protezione internazionale. La cosiddetta convenzione di Amburgo del 1979 e altre norme sul soccorso marittimo prevedono inoltre che gli sbarchi debbano avvenire nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. Per questi motivi le ong trasportano in Italia – e solo in Italia – tutte le persone che soccorrono nel tratto di mare fra Libia e Italia.

A questo si può aggiungere una considerazione di ordine pratico circa la capacità di accoglienza dei vari paesi sulla base dell’incidenza sul totale della popolazione. L’Italia essendo il quarto paese europeo per dimensione della popolazione (60 milioni) può accogliere più persone di Malta (429 mila abitanti)

Anche per la stessa legge italiana tuttavia la decisione del Ministro Salvini è di difficile applicazione, visto che chiunque ha il diritto di chiedere protezione, respingerli in mare vuol dire impedire che venga fatta la richiesta stessa, non proprio lineare. Tuttavia è evidente che la decisione del Governo è eminentemente politica e vuole forzare l’Europa a rivedere l’intera disciplina sull’accoglienza di profughi e migranti, proprio mentre il Regolamento di Dublino viene messo in discussione. Le proposte del Governo penta-leghista non dispiacciono nemmeno al resto d’Europa, almeno su alcuni punti:

Piace poi in tutta l’Europa del Nord, a partire dalla Germania, l’insistenza nei piani di governo su procedure «accelerate». È in effetti giusto che la domanda di asilo di una donna con bambini arrivata dalla Siria proceda più in fretta di quello di un giovane uomo in perfetta salute da un Paese in condizioni di pace come il Gambia. Oggi non si fanno queste distinzioni. Tutte queste idee del programma M5S-Lega piacciono in Europa e non è un caso che solo ora Angela Merkel riconosca che l’Italia è stata «lasciata sola», benché proprio la cancelliera fino al 2016 abbia rifiutato di considerare gli sbarchi come un’emergenza europea (Corriere della Sera)

Ed è anche vero – e questo va in supporto tecnico alla scelta di Salvini – che dopo la fine dell’operazione Triton non c’è più obbligo di portare in Italia tutti i profughi:

A febbraio è scaduta la missione Triton, sostituita dall’operazione Themis: la novità principale è il venire meno della clausola che obbligava di fatto qualunque imbarcazione a portare i naufraghi soccorsi in Italia. Con Themis gli interventi di salvataggio potranno trasportare i migranti in un porto greco, libico, spagnolo o proprio a Malta, l’isola che finora ha sempre limitato al massimo gli sbarchi nei suoi porti: in questo modo verrebbe applicata la legge del mare stabilita dalla convenzione di Amburgo in base alla quale i naufraghi debbono essere portati nel porto più vicino al punto di soccorso (Sole 24 Ore)

Del resto che i rapporti tra UE e Italia su questa materia fossero cambiati con il nuovo governo era già diventato chiaro – come dicevamo – con il fallimento del tentativo di compromesso sulla riforma del Trattato di Dublino. A Bruxelles

il fronte Mediterraneo si è frantumato con l’Italia che ha votato no alla proposta insieme all’Ungheria mentre Malta , Cipro e Grecia puntavano a trattare. E proprio in quella occasione il segretario di Stato belga per le migrazioni Theo Francken aveva detto che dal nuovo governo italiano si aspettava «una stretta sulla migrazione: l’Italia inizi a rifiutare i migranti sulle proprie coste» (Il Giornale)

Del resto Malta, oltre alle comunicazioni ufficiali, ha risposto anche tramite un’intervista a The Post Internazionale al ministro Salvini: “Con il ministro dell’Interno siamo molto in linea con la questione migranti. Ma questa volta ha sbagliato: la deve smettere di fare dichiarazioni forti e provocatorie come questa. Non c’entra nulla ora che Malta accolga i 629 migranti soccorsi a bordo di nave Aquarius, pena la chiusura dei porti italiani”, ha detto nell’intervista l’ambasciatrice maltese in Italia, Vanessa Frazier.

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Cosa pensa la Chiesa?

C’è chiaramente un dato umanitario in ballo. La scelta del Governo italiano può essere legittima sul piano del diritto internazionale, diversamente può essere discutibile su quello morale, specialmente da un ministro che più volte ha fatto riferimento al Vangelo nei suoi comizi.

Il timore della Chiesa è lo sfruttamento dei migranti avvenga anche da parte dei governi per fini strumentali di propaganda, e non possiamo no pensarci visto che proprio ieri la Lega ha registrato nuove importanti vittorie in molti comuni andati al voto domenica. Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis ha spiegato a Vatican News  che:

«attaccare i migranti è una “soluzione” semplice, ma non è la soluzione vera ai problemi. Ci sono problemi creati dalla globalizzazione, però i migranti sono le conseguenze dirette di questi problemi. Si muovono perché non possono più vivere a casa loro! Sono migrazioni forzate: non partono per turismo. Allora, i migranti non possono essere considerati persone che hanno la colpa per questi problemi: è il contrario! Quello che domandiamo attraverso la campagna è: “Per favore, siano aperte le porte e siano aperte le menti e i cuori”. Anche ai politici chiediamo di non “usare” i migranti come se fossero dei problemi. Ciò che domandiamo ai politici è, per prima cosa, di portare avanti politiche di accoglienza, che siano umane. Come seconda cosa, di lavorare alla risoluzione di problemi che fanno sì che la gente fugga dalla propria terra».

Sulla stessa linea, cioè la fedeltà al Vangelo la Caritas Ambrosiana

Come riferisce in una nota la Comunità Papa Giovanni XXIII la questione dell’accoglienza dei migranti è un dovere crisitano e fa il caso di Ola (nome di fantasia), 11 anni , che è fra i 28 minori stranieri non accompagnati che sono sbarcati sabato mattina a Reggio Calabria. Ola, spiega la nota

È arrivato solo: mamma è papà sono stati uccisi in Libia, durante il suo disperato viaggio della speranza. Sulla nave anche altri adulti vittime di tortura, ora ricoverato per accertamenti.

«Ola è in stato confusionale, è emotivamente molto provato. Dimostra di essere più piccolo di quanto ha dichiarato. Molti minori durante gli sbarchi mostrano i segni delle sofferenze e delle torture subite durante il viaggio attraverso il deserto e la permanenza in Libia», riferisce Giovanni Fortugno,referente ambto immigrazione della Comunità Papa Giovanni XXIII. Adesso Ola è ospitato come in famiglia, in una casa per l’accoglienza dei minori della Comunità.

Lo sbarco di sabato è stato definito “Il Primo Sbarco dell’era Salvini”, ma l’Associazione di Don Benzi mette in guardia.

«Sabato si è assistito ad una mercificazione delle persone, non solo da parte dei trafficanti, ma anche della politica. Il Governo sa che i flussi migratori non si possono fermare, ma vanno governati», commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, che aggiunge:

«A Reggio Calabria abbiamo assistito ad una risposta umana, di Chiesa, all’emergenza, che vuole essere un sollecito alla società civile e al terzo settore. Chiediamo al Presidente del Consiglio Conte un tavolo tecnico dove si possa riflettere insieme. I migranti in mare vanno soccorsi ed accolti,il nuovo Ministro dell’Interno ritorni ad un’azione politica congiunta con le altre potenze europee e cerchi il dialogo con la Libia».

La Comunità Papa Giovanni XXIII partecipa a Reggio Calabria al Coordinamento Ecclesiale “Emergenza sbarchi” che garantisce il sostegno alla persona nei momenti dello sbarco e nelle strutture di primo soccorso.

Riuscirà il nuovo Governo a regolare i flussi di migranti e richiedenti asilo senza perdere di vista i doveri di solidarietà umana? Il tema di fondo è tutto lì, e vedremo se la decisione sarà strumentale e temporanea oppure no, Salvini vuole trattare con l’Europa, almeno per ottenere più risorse che la UE probabilmente gli concederà volentieri pur di trasformare l’Italia in una sorta di stato cuscinetto con l’Africa. Sperando che nel frattempo non muoia più nessuno nel Mediterraneo.

AGGIORNAMENTO 15:18:  La Spagna accoglierà la Aquarius, la nave con oltre 600 migranti soccorsi al largo della Libia e fermata mentre è in corso un braccio di ferro tra Italia e Malta sul porto. Lo ha fatto sapere lo stesso premier spagnolo, il socialista Pedro Sanchez.  “È nostro obbligo aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone”,  ha dichiarato il premier spagnolo nell’annunciare di voler accogliere la nave nel porto di Valencia (RaiNews)

AGGIORNAMENTO: 15:45: Matteo Salvini è intervenuto presso la sede della Lega e in conferenza stampa ha detto:

“Avevamo dato indicazione di trasbordare donne e bambini dalla nave Aquarius. Il nostro obiettivo è di salvare di vite umane prima della partenza. La nave non ci aveva risposto”, ha continuato il il vicepremier. “Il problema è stato risolto grazie al buon cuore della Spagna. Evidentemente l’Ue non può andare avanti a buon cuore”.

“Sui migranti stiamo lavorando sui costi, vogliamo spendere di meno per l’accoglienza”.

“I tempi di smaltimento delle richieste attualmente arrivano a tre anni. Vogliamo accelerare le procedure”

“Lavoriamo anche sui costi, a garanzia dei rifugiati veri. Lo spreco di soldi e tempo va a loro danno, che finiscono in un calderone con chi non ha diritto allo status di rifugiato”.

“Stiamo lavorando con il ministro Moavero Milanesi per contattare la Commissione Europea, affinché adempia a dei doveri mai rispettati nei confronti dell’Italia” (TPI)

Così in serata la senatrice Liliana Segre che – un po’ a sorpresa – pur non condividendo la scelta del respingimento della Aquarius, tuttavia comprende che le responsabilità va cercata nell’Europa che ha lasciato sola l’Italia:

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Aggiornamento: 12/06 ore 9:22 – I 629 migranti a bordo della Aquarius andranno (forse) a Valencia (la nave è sprovvista di sufficienti provviste per affrontare un viaggio di 5 giorni) ma i 937 a bordo della nave Diciotti della Marina militare italiana arriveranno domani al porto di Catania. Porti italiani chiusi, dunque, ma a singhiozzo e solo alle navi umanitarie. È questa la decisione presa questa sera dal Viminale che ha assegnato alla Diciotti l’approdo a Catania. Decisione inevitabile visto che i migranti, soccorsi tutti da mercantili di passaggio chiamati dalla sala operativa di Roma e da motovedette italiane, sono stati trasferiti a bordo della capiente nave della Guardia costiera italiana alla quale certamente il governo non può inibire l’approdo in un porto italiano. La Diciotti, dunque, con il suo consistente carico di persone arriverà domani aprendo così la strada a quella che è la linea del Viminale: porti aperti solo alle navi militari (Rep)