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Tutti possono fare i lettori della santa messa? Anche i ragazzi?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 07/06/18

Per un buon ministero liturgico sono necessarie maturità, formazione, idoneità. Quindi c'è una selezione. Ecco chi non può esserlo

Fare il lettore della santa messa? Non è per tutti! Ogni ministerialità presuppone alcune criteri di maturità, formazione e idoneità, oltre che il sacramento della Cresima (cfr. Messale Romano, 101; Lezionario, 55), scrive il teologo don Silvano Sirboni su Famiglia Cristiana (31 maggio).

Il lettore e il popolo di Dio

Aleteia ha contattato il teologo don Enrico Finotti, che premette: il lettore svolge un ministero importante all’interno della celebrazione liturgica.




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Ministero, osserva Finotti, significa un servizio, che implica le necessarie abilitazioni per essere compiuto con competenza, dignità ed efficacia. Digne et competenter, afferma la liturgia.

Occorre subito escludere che tale ministero venga assegnato unicamente allo scopo di coinvolgere maggiormente nel rito: per ‘far partecipare’, si dice. Il ministero del lettore è solo indirettamente uno strumento di partecipazione, direttamente, invece, ha lo scopo di proclamare nel modo migliore la Parola di Dio e gli altri testi previsti dalla liturgia.




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Attraverso il ministero del lettore, Dio parla al suo popolo e, perciò, il popolo deve poter udire con chiarezza i contenuti dei testi proclamati e, al contempo, percepire quella sacralità che ne è connessa.

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Devono quindi essere valutate alcune condizioni:

– la capacità tecnica di pronunziare correttamente le parole, con voce chiara, con tono e ritmo equilibrato, con la dovuta attenzione all’uso del microfono, in modo che l’assemblea possa udire correttamente ciò che viene letto;

– la preparazione catechistica in ordine ai testi che si devono proclamare, distinguendo i generi letterari, conoscendo il tipo di rito che si sta svolgendo e la specifica festa che si sta celebrando;

– la disposizione spirituale di un credente, cosciente di svolgere un ministero sacro, che richiede dignità di abbigliamento e portamento, compunzione del cuore e coerenza di vita.




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A queste condizioni, conclude Finotti, si potrà stabilire l’abilitazione a compiere il delicato ministero, che troppe volte è lasciato ad un’ iniziativa troppo superficiale con perdita di qualità.

Una pastorale saggia, chiosa il liturgista, dovrebbe mettere in agenda, in modo permanente, la formazione dei lettori, nello stesso modo che una schola cantorum esige una continua preparazione dei coristi.

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