Nella calma di Dio l'ira svanisce
Credo di essere a volte precipitoso. Vado troppo di fretta. Agisco senza pensare molto. La mia impulsività ha la meglio. Prendo decisioni senza rifletterci troppo.
A volte mi pento delle mie azioni. Faccio o scrivo la prima cosa che mi esce dal cuore. Alcuni mi dicono che dovrei lasciarlo riposare di più.
La vita sboccia dalla mia bocca, dico la prima cosa che mi è venuta in mente. Nasce nel cuore. Non posso metterlo a tacere. La rapidità dei miei passi mi schiaccia. Mi risulta così difficile fare le cose più lentamente!
Vorrei comporre un’ode alla lentezza. Un canto di lode a chi va piano. A chi mi insegna un altro modo di guardare la vita. Un altro modo di intendere il tempo.
Il tempo è eterno. Perché vado di fretta? La lentezza è un’arte in un mondo che cerca e ama la velocità. Non tollera ritardi. Non sopporta la perdita di tempo.
Vedo che mi manca la pazienza per aspettare che le cose accadano a tempo debito. Quando devono capitare. Quando il seme muore e nasce la pianta. Quando il frutto è maturo e cade.
Voglio che accada tutto ora, tra le mie mani, mentre guardo, in modo immediato. Mi infastidisco quando devo fare una fila per arrivare a qualcosa che desidero. Aspetto impaziente che qualcuno agisca, si muova, decida, faccia quello che ha pianificato.
Mi costa rapportarmi alle persone senza sangue nelle vene. Quelle che non hanno mai fretta, che hanno sempre tempo, anche se arrivano tardi e fanno aspettare gli altri.
So molto bene che la fretta non porta a niente di buono, e che non è che correndo arrivo prima da qualche parte. Magari non riesco ad evitarlo. Accelero senza neanche rendermene conto.
Ho il fuoco nelle vene. E allo stesso tempo ho la pace interiore. Corro. Vorrei imparare a camminare lentamente senza esagerare. Soffermarmi davanti a chiunque, senza fretta. C’è tempo.