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A Cesare i soldi, a Dio tutto di noi

MANI, LUCE, OFFERTA

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 05/06/18

Nelle situazioni di ingiustizia e oppressione, ricordiamoci che rimaniamo radicalmente liberi anche quando ci sembra che ci venga tolto tutto.

In quel tempo, i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono a Gesù alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso.
E venuti, quelli gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E’ lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda».
Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare».
Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». E rimasero ammirati di lui. (Mc 12,13-17)

Se non puoi fare fuori una persona con le buone, e hai paura di farlo fuori con le cattive per non incappare nelle conseguenze, allora l’unica cosa che ti rimane è mettere quella persona contro i poteri forti: “Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?»”. Mettere Gesù contro i Romani avrebbe comportato un rischio enorme per la sua vita, ma anche mettere Gesù dalla parte dei Romani avrebbe avuto delle conseguenze nefaste.

Infatti tutto il popolo che fino ad allora lo seguiva, lo avrebbe cominciato a lasciare perché connivente con l’oppressore. Cosa può fare Gesù davanti a una situazione simile? “Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»”. Ecco la genialità di Cristo: per quanto i Romani possano risultare fastidiosi, oppressori e ingiusti, non si deve a loro la parte più essenziale di noi. Ai Romani si può dare i soldi ma non ciò che conta, la propria coscienza, la libertà radicale che ognuno si porta addosso come immagine e somiglianza di Dio.

Ognuno di noi ha i suoi Romani: una malattia, una situazione, un problema; ma ognuna di queste cose può prendersi molto ma non ciò che conta, perché ciò che conta è di Dio. E questa è davvero una buona notizia, perché nelle situazioni di ingiustizia e oppressione che ciascuno vive, dobbiamo sempre ricordarci che rimaniamo radicalmente liberi anche quando ci sembra che ci viene tolto tutto. E davanti a una risposta del genere, anche i nemici rimangono a bocca aperta: “E rimasero ammirati di lui”.

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