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Le luci rosse in una chiesa protestante di Amsterdam richiamano il suo passato cattolico

AMSTERDAM,OUDE KER

Photo courtesy | Oude Kerk

Lucien de Guise - pubblicato il 04/06/18

L'artista vuole “riportare il linguaggio visivo cattolico romano nell'edificio”

Lo scorso anno Papa Francesco ha condiviso il messaggio ecumenico con i luterani di Svezia in occasione della commemorazione del 500° anniversario delle 95 tesi di Martin Lutero. Quest’anno il ponte gettato continua con la Chiesa riformata olandese.

Costruita nel 1306, la Oude Kerk è il più antico edificio di Amsterdam e il museo più recente. È stata anche il simbolo della supremazia calvinista dopo che i protestanti della città hanno preso il controllo del governo e delle chiese di Amsterdam, rinominando la ex chiesa di San Nicola appunto Oude Kerk, Vecchia Chiesa.

Ora è la sede di una mostra che secondo il sito web della chiesa vuole “riportare il linguaggio visivo cattolico romano nell’edificio”. Il colore rosso è un promemoria della furia e della distruzione della Beeldenstorm (“tempesta di immagini”) che precedette l’“Alterazione” del 1578.

AMSTERDAM,OUDE KER
Photo courtesy | Oude Kerk

L’artista italiano Giorgio Andreotta Calò ha ricevuto il compito di ricordare ai visitatori il periodo dell’iconoclastia che ebbe luogo nella Oude Kerk tra il 1566 e il 1578, e lo ha messo in pratica ponendo dei filtri alle finestre, coprendo una superficie di oltre 1.600 metri quadri. Tutta la luce che entra nella chiesa è ora rossa durante il giorno. Di sera, quando all’interno arriva più luce, sembra addirittura brillare davanti agli occhi di chi passa per la zona centrale di Amsterdam in cui si trova. Le luci rosse sono un aspetto tipico della prostituzione, che porta tanti turisti in questa parte della città, ma l’opposizione al traffico di esseri umani e all’abuso delle donne l’ha fatta diventare di recente un’industria sulla via del tramonto in tutti i sensi.

La mostra alla Oude Kerk non è solo un promemoria del passato e del presente di Amsterdam, ma anche una riconciliazione visiva con la comunità cattolica, che nell’epoca precedente alla Riforma
si crogiolava tra i toni caldi della chiesa. Con la nuova identità protestante, l’ambiente venne raffreddato con piastrelle verdi e blu.

Per i protestanti olandesi non fu facile imporre la propria Riforma, che ebbe luogo ad Amsterdam nel 1578, per cui quest’anno se ne celebra il 440° anniversario. Trent’anni dopo la nuova fede stava gettando radici in una colonia che sarebbe diventata Nuova Amsterdam, chiamata New York dai britannici quando questi la strapparono agli olandesi.

Con la nuova gestione della Oude Kerk 440 anni fa si sono verificati dei notevoli cambiamenti interni nella più grande chiesa della Repubblica olandese. Nel corso dei secoli è diventata più una galleria che un luogo di adorazione. Viene ancora usata per i servizi riformati olandesi, ma con lo stile secolare moderno dell’Olanda c’è molto spazio per il dialogo, anche su temi come “Oude Kerk – cattolica o protestante?”, il tutto in un Paese che secondo una ricerca delle Nazioni Unite ha più atei che persone che credono in Dio.

Nella chiesa c’è anche molto spazio per le espressioni artistiche. È cambiata poco da quando Rembrandt vi ha battezzato i suoi figli, ma il più grande pittore di Amsterdam in questi mesi non la riconoscerebbe. L’opera di Calò è intitolata Anastasis, dalla parola in greco antico per “resurrezione”, ma anche “alba” e “rinascita”. L’iconoclasia nel passato significa che la Oude Kerk è perfetta per questa rinascita. La cappella del Santo Sepolcro è modellata sulla chiesa omonima di Gerusalemme. Prima del 1566 ospitava statue rappresentanti il Lamento su Cristo. Per Calò è un’opportunità di “riempire i vuoti”: “Nell’opera Anastasis eseguo un collegamento con la visibilità di immagini assenti”.

“Durante la mia prima visita mi è stato subito chiaro che la Oude Kerk è un luogo che ‘lavora’ da sé”, ha proseguito Calò. “Quello di cui aveva bisogno era uno ‘strato’ ulteriore per cambiare la percezione dello spazio da parte del pubblico”.

Per l’artista è anche molto importante il periodo dell’anno. Con le giornate più lunghe, vuole sotolineare il momento in cui la luce è più intensa.

“È un periodo che inizia con la Pasqua, e in questo senso allude al calendario cristiano; la natura sta cambiando e le giornate si allungano. La luce solare è la protagonista di questa mostra, e rende la monumentale Oude Kerk un luogo di esperienza e riflessione”.

Facendo un uso ulteriore della luce rossa nella chiesa, Calò sta creando una camera oscura monumentale. Stamperà infatti le tre “finestre di Maria” su carta fotografica. La luce rossa preserverà l’immagine e la proteggerà dalla sovraesposizione. La preparazione e la selezione delle immagini ha luogo nello spazio di lavoro della cappella della Vergine. In seguito avverrà lo sviluppo nel laboratorio della Rijksakademie van beeldende kunsten.

Oltre a riunire comunità religiose diverse, l’Anastasis riguarda il fatto di trarre lezioni dalla storia. Da bravo veneziano, l’artista è consapevole sia della storia che dell’interazione tra le culture. La Serenissima, del resto, è sempre stata la porta tra Oriente e Occidente. Il messaggio della mostra riguarda la perdita culturale in tutto il mondo, incluso il dolore dell’artista per la fine di Palmira e Bamiyan.

Si potrà ammirare la Oude Kerk nella sua nuova luce fino al 23 settembre.

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