Dal 2006 al 2010 il futuro papa è stato monitorato in sei documenti ufficiali. Vediamo che cosa dicevano
Papa Francesco è stato seguito e spiato dagli Stati Uniti? Ci sono documenti che lo attestano?
Non ne sono circolati da quando Jorge Mario Bergoglio è diventato Papa, ma ce ne sono diversi, invece, che dimostrano come gli Usa seguivano (dietro le quinte) le mosse di Bergoglio, quando era cardinale di Buenos Aires.
Il futuro Papa era considerato un personaggio molto influente per gli equilibri politici del Paese, data la sua posizione di Primate della Chiesa argentina e di critico verso il governo guidato da Nestor Kirchner.
Ci sono sei documenti riservati che citavano espressamente Bergoglio, inviati tra il 2006 e il 2010 dall’ambasciata Usa a Buenos Aires al Dipartimento di Stato a Washington. Si tratta di comunicazioni rese pubbliche da WikiLeaks.
Secondo il giornalista di AvvenireNello Scavo, autore di numerosi volumi che raccontano retroscena e intrecci della vita di Bergoglio, «sin dagli anni argentini la Cia regolarmente trasmetteva dispacci sulle mosse dell’allora arcivescovo di Buenos Aires, arrivando a preconizzarne l’elezione già nel conclave del 2005. Dalla lettura di quei report, e da altri redatti da una potente agenzia di intelligence privata chiamata Stratfor, si intuisce la preoccupazione per una figura, come quella di Francesco, che può mettere in discussione i rapporti di forza nelle relazioni internazionali».
Ma il papa, prosegue Scavo, «come ha dimostrato il capolavoro diplomatico di Cuba, ha dimostrato che il suo intento non è quello di dividere, ma semmai quello di costruire ponti e nuove alleanze improntate alla cooperazione tra i popoli».
Vediamo nel dettaglio il contenuto di queste informative su Bergoglio, che in quegli anni era arcivescovo di Buenos Aires e presidente della Conferenza Episcopale argentina.
Il livello di segretezza dei documenti è classificato come “confidenziale”, dunque un livello intermedio.