La giornalista: "Grazie al Signore, anche nelle tragedie più gravi scopro tratti straordinari di vita". I suoi santi preferiti. Il suo giudizio su Ratzinger e Bergoglio
Ratzinger? Tenace. Francesco? Tenero. Dio? Ha imparato a glorificarlo sin da bambina. Paola Saluzzi racconta il suo rapporto intenso con la fede.
La giornalista è tornata su Tv2000 con la trasmissione Ritratti di coraggio, nuovo ciclo di reportage che raccontano la disabilità, le persecuzioni razziali, le spose bambine, storie di difficoltà con un filo: il coraggio.
“Ho la fede di Don Camillo”
Di recente Paola ha perso una persona carissima: la madre, che le aveva insegnato ad essere credente. «Mia madre amava ripetere: “Io ho la fede di don Camillo. Bisogna parlare direttamente con Gesù: quando hai un pensiero o qualcosa che ti turba, parla con lui perché c’è sempre qualcuno che ti ascolta”. Inoltre, i discorsi e i gesti legati alla fede erano sempre accompagnati da una grande tenerezza».
Per esempio, prosegue la giornalista, «all’epoca della mia infanzia, i bambini più piccoli erano esentati dal seguire la Messa. Noi andavamo comunque in chiesa: non per la funzione, ma per ringraziare Dio della settimana che ci aveva donato. Entravamo, restavamo un po’, e poi si poteva andare a giocare. Un gesto semplice, di affetto».

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“Arrivederci”
Un altro aneddoto sull’insegnamento materno della fede. «Ricordo che spesso, a tavola, commentavamo insieme le notizie o le cose terribili che accadevano nel mondo. Mia madre riusciva sempre a dialogare con noi, riconoscendo le cose per quello che erano e motivandole, ma su un punto era irremovibile: nulla di tutto ciò che potevamo vedere o sentire doveva indurci a mettere in discussione la fede. Così è stato».
Persino lo scorso Natale, rammenta Saluzzi, «quando mi sono trovata al capezzale di mia madre, nel reparto di oncologia, mi è venuto spontaneo dirle: “Arrivederci”, anziché “Addio”. Ora che lei è morta sono ancora più determinata a custodire e a fare mio quello che mi ha insegnato».