In caso di depressione materna l’effetto traumatico sui figli è più forte; la situazione migliora se la famiglia non è isolata, ma ha il supporto di una compagnia sociale
Cersei Lannister è sinonimo di spregiudicatezza, spavalderia, ostentazione, arroganza; è la regina più cinica del piccolo schermo e idolo dei fan de Il trono di spade. La interpreta Lena Headey che nella vita è una donna diversissima da Cersei. Di recente ha partecipato al programma Running Wild della NBC con Bear Grylls e seduta di fronte a un fuoco da campo ha tirato fuori una battuta azzeccatissima sulla depressione:
Winston Churcill era solito dire che la depressione è un cane nero che ti sta sempre seduto accanto. Spesso è così anche per me. (da Dailymail)
Il cane è simbolo di fedeltà, il nero è simbolo di buio. La depressione è questa fedeltà malata che il buio riserva alle sue vittime: ci si sente «accompagnati», assiduamente braccati da un’ombra che sta lì, accanto a te – terribile nel suo silenzio.

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La Headey, conoscendo il veleno di questa malattia fin da quando aveva 15 anni, aveva già pubblicamente rotto il silenzio su Twitter, aggiungendo alle molte reazioni di sostegno dei fans una risposta illuminante:
Ansia. Depressione. È qualcosa di reale e chimico. È anche spirituale … statemi tutti vicini.
Anxiety. Depression. It's real and it's chemical. It's also spiritual. .. stay with me everyone (and before you ask, yes I'm ok)
— lena headey (@IAMLenaHeadey) 13 aprile 2017
Davvero, in così poche parole ha detto tanto. Si può immaginare, dietro questi flash veloci, una battaglia dura come quella che tantissimi combattono lontano dai riflettori e dalla celebrità. Ci occupiamo spesso di depressione perché è il male più diffuso e invalidante del nostro tempo, una patologia dai confini incerti eppure dagli effetti devastanti.