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Il capo dei Servizi Segreti voleva sapere in anticipo il successore di Giovanni Paolo II?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 30/05/18

Una spystory sotto la lente della Magistratura, che coinvolge ambienti massonici, un pentito e un alto prelato ridimensionato da Papa Francesco

Uno stato parallelo”, “una superassociazione” dove la ‘ndrangheta si colloca “al pari di altri componenti di un sistema politico-economico pantagruelico e deviato”.

È quanto è riferito in una inedita informativa antimafia (che risalirebbe comunque al 2015) in mano ai Pm della Procura di Reggio Calabria agli atti del processo “Breakfast”, che vede imputato l’ex Ministro Claudio Scajola con l’accusa di aver favorito la latitanza all’Estero dell’ex parlamentare Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

In questi giorni ne hanno parlato La Repubblica, Il Fatto Quotidiano eIlCorriere della Calabria.

L’informativa dell’Antimafia

E’ in questo contesto che è iniziata a circolare una notizia che gli stessi magistrati prendono con le molle. Ovvero: i Servizi Segreti – quando erano guidati dal generale Niccolò Pollari – volevano sapere in anticipo chi fosse il successore di Karol Wojtyla, scomparso nel 2005.

Questa notizia è riportata nell’informativa antimafia secondo una ricostruzione del faccendiere calabrese Massimo Pizza.




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Chi è Pizza

Pizza, di professione mediatore finanziario, è «soggetto poliedrico coinvolto in diverse e complesse indagini – scrive la Dia – che lo hanno sempre accostato ad ambienti massonici o dei servizi segreti deviati». Ex carabiniere ausiliario, «ha pregiudizi di polizia», annotano gli uomini della Dia, per diversi reati.

Il pentito

Il pentito Cosimo Virgiglio, imprenditore e massone, vicino alla n’drangheta di Rosarno e Gioia Tauro, ha rivelato alla Procura di Reggio Calabria (titolare dell’inchiesta “Breakfast”), che Massimo Pizza, insieme al fratello Giuseppe (segretario nazionale della rinata Democrazia Cristiana) facevano parte della loggia massonica denominata “Loggia dei Garibaldini“.




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Monsignor Camaldo

Roma era un importante centro di riferimento per questa presunta organizzazione (con importanti ramificazioni in Calabria, poichè nata a Vibo Valentia) a cui, sempre secondo quanto affermato da Virgiglio, sarebbe stato vicino anche un alto prelato della Curia Romana: monsignor Franco Camaldo, originario di Lagonegro, in Lucania.




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Il trasferimento di Bergoglio

Camaldo, per quasi 15 anni segretario del cardinale vicario di Roma Ugo Poletti, ha lavorato presso la Congregazione per l’evangelizzazione dei Popoli della Santa Sede dal 1995 al marzo del 2010, ma è stato sopratutto, per 25 anni, cerimoniere del Papa.

Ascoltato in diverse inchieste su truffe finanziarie, massoneria, abusi sessuali, caso Emanuela Orlandi, è stato allontanato dalla Curia nel 2013 da Papa Francesco, che lo ha trasferito a San Giovanni in Laterano, come cappellano della Cappella Corsini (La Repubblica, agosto 2013).




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L’interrogatorio

Il monsignore conosceva bene Massimo Pizza (www.ildialogo.org, 2006). Ed è a lui che Pizza avrebbe chiesto notizie sul successore di Giovanni Paolo II.

“Mi chiedono – dice Pizza ai magistrati dell’Antimafia – una cosa molto strana … chiaramente! Eh … Monsignor Camaldo a quell’epoca, c’era Wojtyla … che era il Papa e lui essendo il cerimoniere del Papa era anche il segretario del conclave … io ci andavo quasi tutti i giorni, perché cercavamo di sapere chi Papa … alla morte del Papa, chi Papa facessero”

Chi chiede a Pizza di informarsi sull’esito del conclave? Il faccendiere risponde che il mandato lo aveva ricevuto dal generale Pollari e dunque dai Servizi Segreti.

(stralci dell’informativa pubblicati da laCnews.it (28 maggio)




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