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Una ragazza condivide la sua testimonianza potente sulla guarigione emotiva dopo un intervento al cuore

MŁODA KOBIETA

Vladimir Godnik/Getty Images

Catholic Link - pubblicato il 25/05/18

di Winona D’Costa

Crescendo, ho rispettato tutte le caratteristiche che deve avere una “ragazzina strana”.

Topo di biblioteca? Fatto! Ragazza cattolica timida? Fatto! Cicatrici sul viso? Fatto! Cicatrice per un’operazione a cuore aperto? Fatto.

Saprete che al liceo ciascuno è conosciuto per qualcosa. Provate ad essere noti come la ragazzina strana che ha saltato il primo anno di liceo perché ha dovuto sottoporsi a un’operazione a cuore aperto.

Sono nata con una complessa condizione cardiaca diagnosticatami alla nascita. Per rimanere in vita, a quattro mesi ho subìto il mio primo intervento a cuore aperto. Mi sono sottoposta al secondo a quattro anni e al terzo a dodici per minimizzare l’impatto della mia condizione cardiaca sulla vita quotidiana.

La mia condizione non influenza gran parte delle mie attività quotidiane. Riesco a camminare, a parlare, a vedere e a sentire. Le mie cicatrici sono il segno più ovvio della mia situazione. Ne ho una lunga che scorre lungo il petto e un’altra sulla schiena, ma c’è di più! Dopo il terzo intervento i farmaci che ho dovuto assumere mi hanno fatto sviluppare delle bollicine su tutto il corpo. Non solo una o due confinate da una parte, ma una marea ovunque. Con mio sommo orrore, quelle bollicine si sono trasformate in cicatrici permanenti. Ho iniziato a vedere la mia condizione cardiaca e le cicatrici che avevo come enormi debolezze personali e odiavo Dio per avermi fatta in questo modo.

Di recente, dopo aver toccato il fondo ho iniziato un percorso per parlare con Dio. E sorprendentemente mi ha risposto. Ecco cosa aveva da dire:

Guardare indietro per andare avanti

La prima cosa che Dio mi ha detto è stata di guardare indietro per andare avanti. Vivere fuggendo e crogiolandosi nella propria triste situazione è facile. Potremmo seppellire dentro di noi il nostro dolore assumendo un atteggiamento alla “Non posso affrontarlo in questo momento”. Il problema è che questo momento può diventare permanente. Facciamo ciò che possiamo nella nostra vita senza presentare il nostro dolore a Dio, e così iniziamo ad allontanarci da Lui. Quando fuggiamo permettiamo al demonio di prendere le nostre debolezze e usarle per la sua gloria.

Nel mio diario c’è una citazione anonima:

“Sei l’opera d’arte più grande di Dio, creata per uno splendido proposito”.

Dio dice di essere il vasaio e che noi siamo la creta. Mi piace pensare che Dio ami le bollicine e abbia dipinto il mio viso con molte cicatrici da bolle per imprimere in me il suo segno. Ci viene detto che siamo creati a immagine di Dio, ma spesso non ci ho affatto creduto. Sapere di essere l’unica persona nella stanza ad avere quell’aspetto ti rende ancor più ossessionata dal modo in cui il mondo ti vede. La prima cosa su cui giudichiamo la gente è il suo aspetto, e se si ha una cicatrice lungo tutto il petto e piccole cicatrici sulla faccia l’aspetto fisico può diventare una cosa che rende insicuri.

Piuttosto che offrire questo a Dio e iniziare il viaggio di guarigione insieme a lui, l’ho cacciato. Per andare avanti bisogna tornare indietro e parlare a Dio delle debolezze della propria vita. Vi dirò un segreto: sa già tutto. Vi vede. Vede le vostre debolezze. Sa come vi sentiate poco intelligenti, vede il vostro temperamento, le vostre dipendenze. Il primo passo da fare è essere onesti con Dio e con se stessi. Una volta che si è guardato indietro si può andare avanti con Dio e verso di Lui.

La fede non elimina le domande, sa dove portano

Offrire il proprio futuro a Dio fa paura, soprattutto se si è maniaci del controllo. Tutti noi vorremmo viaggiare nel futuro per vedere cos’ha in serbo Dio per noi. Come la maggior parte delle persone, mi faccio molte domande sul futuro: chi mi vorrà dare un lavoro visto che di routine devo prendermi dei periodi di pausa per sottopormi a degli interventi? Ci sarà un ragazzo che vedrà oltre le mie cicatrici e la mia condizione cardiaca e vorrà sposarmi? Come riuscirò a prendermi cura dei miei figli quando dovrò operarmi? Dovrò subire altre operazioni a cuore aperto?

Queste sono le mie domande – voi avrete le proprie in base alla persona che siete. È la paura che tira fuori le domande che il diavolo manipola per portarvi in luoghi oscuri. Per molto tempo non ho fatto domanda per ottenere un lavoro perché non pensavo di poter avere la carriera che volevo vista la mia condizione cardiaca. Quanto agli uomini, mi sono chiusa a loro, e anche l’amicizia era off limits. Non pensavo che le mie cicatrici e la mia condizione fossero debolezze che mi avrebbero permesso di fare amicizia con dei ragazzi o di trovare l’amore vero. Credevo che le mie debolezze mi avrebbero impedito di avere un futuro.

Piuttosto che chiedere a Dio perché mi avesse dato una condizione cardiaca del genere e molte cicatrici e come potessi usarle per portare il suo amore alle persone, sono cresciuta provando risentimento e rabbia nei Suoi confronti. Avere fede non elimina le domande sul futuro, ma la fede sa dove portano. Amo scrivere, e quindi ho un diario su cui scrivo tutte le mie domande e le condivido con Dio. Ciascuno di noi ha il proprio rapporto speciale con Lui. Usate il vostro per presentargli le vostre domande e i vostri dubbi.

Quando quelle domande vi buttano giù, guardate solo quello che è qui e ora. Dio vi ha promesso un futuro, e allora vivete nella speranza del vostro futuro e di tutto ciò che vi aspetta. Non rinunciate al lavoro dei vostri sogni perché siete ossessionati dalla domanda “Sono abbastanza intelligente?” Non rinunciate a trovare il vero amore solo perché vi angoscia la domanda “Una persona mi troverà abbastanza attraente da voler stare con me?” Abbiamo una fede e un Dio a cui porre le nostre domande, e a differenza di un consulente non chiede nulla ed è sempre lì! Ma fate attenzione: Dio potrebbe non rispondere sempre alle vostre domande nel modo in cui vorreste.

Diventare un miracolo

Una cosa a cui pregavo Dio di rispondere era perché non mi concedeva un miracolo, un cuore diverso. Essere cattolici richiede di credere nell’impossibile. Preghiamo Dio chiedendogli di cambiare il Suo cuore e di operare i miracoli che vogliamo: “Dio ha fatto un miracolo e mi ha dato un lavoro! Dio ha fatto un miracolo e mi ha fatto superare quel peccato!”

Ricordo che da bambina e da adolescente pregavo Dio perché cambiasse il Suo cuore e operasse un miracolo che cambiasse il mio. Winona bambina: “Dio, se elimini la mia condizione cardiaca, la cicatrice dell’intervento e le cicatrici sul volto sarò la bambina più santa che tu abbia mai creato, diventerò una suora o resterò laica e viaggerò per il mondo per mostrare a tutti il tuo miracolo. Loderò il tuo potere”.

Non è cambiato niente.

Winona adolescente: “Dio, puoi mantenere la mia condizione cardiaca, ma almeno elimina le cicatrici sul volto e prometto che dirò a tutti quanto mi ha fatta bella. Sarò un miracolo vivente per te”.

Non è cambiato niente.

Winona di 22 anni arrabbiata/risentita: “Mi hai dato queste orrende cicatrici e questa stupida condizione cardiaca. Cosa vuoi che ci faccia?”

La mattina dopo stavo scrivendo sul mio diario e Dio mi ha guidata a questo passo della Scrittura: “Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo” (2 Corinzi 12, 9).

E se iniziassi a vantarmi delle mie debolezze? Se anziché essere amareggiata, arrabbiata e risentita per le mie cicatrici e la mia condizione cardiaca le usassi per portare l’amore di Dio agli altri? Nella nostra umanità non capiamo che il cambio di cuore di Dio non è il miracolo che vorremmo. Potrebbe non darci il lavoro/la relazione/il corpo splendido che vogliamo, ma il fatto che non si ottenga il miracolo desiderato non vuol dire che non lo si possa diventare. Ho smesso di chiedere a Dio di operare un miracolo e ho imparato a diventarlo.

Le mie cicatrici e la mia condizione significano sicuramente che non sono popolare tra i ragazzi, e devo spesso sottopormi a degli interventi, ma vuol dire anche che ho un rapporto saldo con altre persone con cicatrici fisiche e disabilità. Dio alla fine mi ha indirizzata al volontariato con i bambini malati di cancro. Ho un legame d’amore con questi bambini per via delle mie cicatrici. Quei piccoli toccano le mie cicatrici. Mi guardano con i loro occhietti splendidi e vedono un riflesso di sé: cicatrici a bizzeffe! Quelle che erano delle debolezze, una disabilità duratura, possono aiutare dei bambini.

Un cambio di cuore e il fatto di diventare un miracolo non sono semplici. Ci vuole un viaggio lungo e difficile di resa totale a Dio, imparando ad amare le proprie debolezze. Anche voi potete diventare un miracolo ed essere un miracolo per gli altri senza ottenere il risultato perfetto che ritenete sia il miracolo. Se state leggendo questo articolo, iniziate il vostro viaggio per diventare un miracolo di Dio. Guardate indietro con Dio e andate avanti. Ponetegli le vostre domande. Con un cambio di cuore potete diventare un miracolo divino.

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