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Da una birreria alla berretta cardinalizia: l’incredibile storia del nuovo porporato boliviano

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Esteban Pittaro - pubblicato il 21/05/18

Una vita esemplare: per difendere la causa dei poveri, come sacerdote è stato sequestrato

Monsignor Toribio Ticona Porco non si aspettava più niente dalla vita. Poco dopo aver compiuto 80 anni, nel 2016, diceva così, come ricorda il portale della Chiesa boliviana Iglesia Viva. Pensava di dover solo vivere gli ultimi anni della sua esistenza. “Ma non mi abbatto, perché nella vita ho ricevuto molto”, diceva.

Di origini umilissime, è stato lustrascarpe, rivenditore di giornali, minatore nella miniera di Chacarilla, meccanico, falegname e ha lavorato perfino in una birreria. Per 14 anni è stato anche sindaco di quel paese di 2.000 anime dell’Altipiano Sud. La domenica celebrava la Messa per la comunità.

Per difendere la causa dei poveri, come sacerdote, è stato fatto prigioniero, “ma abbiamo fatto tutto per il Signore”. Nessuno ne sapeva niente, ha riconosciuto nel 2016, ed è vero, perché non ci sono libri e grandi biografie su questo umile pastore che ha appena ricevuto la missione di servire la Chiesa assistendo dove vuole il Papa come cardinale.

Padre Toribio è stato designato vescovo ausiliare di Potosí nel 1986, a 48 anni. A 55, nel 1992, è stato nominato vescovo di Corocoro, dove ha vissuto e ha servito la Chiesa in quello che credeva fosse il suo ultimo incarico. Si è ritirato nel 2012, ma ha continuato a servire la Chiesa nelle missione che gli sono state affidate, come l’animazione del Centro Nazionale di Formazione Integrale (CENAFI).

Il 29 giugno diventerà il secondo cardinale nato in Bolivia della storia, dopo il cardinale Julio Terrazas, morto nel 2015.

Sono giorni di festa per la Chiesa in Bolivia, visto che oltre alla designazione del nuovo cardinale si prepara la canonizzazione della prima santa, Madre Nazaria Ignacia March, che pur essendo nata a Madrid (Spagna) ha lavorato per moltissimo tempo in Bolivia, dove ha delinato un’immensa opera evangelizzatrice che l’ha poi portata nel resto del continente.

“Voglio sollevare la Bolivia dalla sua prostrazione”, diceva Madre Nazaria parlando della sua patria adottiva. “Non voglio solo pane per i suoi poveri, né distribuire le elemosine che si raccolgono con la carità, ma elevare la dignità di questo popolo insegnandogli a lavorare, procurandogli un lavoro degno, facendogli sentire che spetta a tutti e a ciascuno partecipare alla bellezza, all’armonia, alla dolcezza e alla felicità di sentirsi figli di Dio”.

Donne come lei e uomini come Toribio Ticona Porco, sacerdote dei poveri e ora cardinale della Chiesa, hanno sparso semi evangelici tra un popolo che oggi trova nella Chiesa che ha cercato di rimetterlo in piedi un motivo di gioia e orgoglio.

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