La suora martire Leonella Sgorbati, uccisa in Somalia nel 2006, sarà beatificata il 28 maggio a Piacenza
«Il mio andare in Somalia è la risposta a una chiamata: tu Padre hai tanto amato la Somalia da donare il tuo figlio… E io dico con lui “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue donato per la salvezza di tutti”».
Suor Leonella Sgorbati scrive queste parole nel suo diario il 27 febbraio del 2006.
Sette mesi dopo, il 17 settembre, a 65 anni, viene assassinata a Mogadiscio da due sicari che le sparano alle spalle, all’uscita dall’ospedale dove ha appena tenuto il suo corso per infermiere. Sette pallottole colpiscono lei e la guardia del corpo Mohamed Mahamud Osman, musulmano e papà di quattro figli, che muore nel tentativo di difenderla.
Una consorella, Marzia Ferra, racconta così i suoi ultimi istanti: «Era ancora viva, sudava freddo, ci siamo prese per mano, ci siamo guardate e prima di spegnersi come una candelina, per tre volte mi ha detto: “Perdono, perdono, perdono”». Una parola, ripetuta tre volte.
Il prossimo 26 maggio verrà proclamata beata nella cattedrale di Piacenza, sua terra d’origine. Il settimanale Credere (17 maggio) racconta la vicenda di questa straordinaria donna.