Fianco a fianco a formare una “catena umana” in mezzo ai disordini. L’immagine è stata scattata durante uno scontro tra manifestanti e Polizia nella città di Juigalpa, in Nicaragua, e si è diffusa rapidamente attraverso le reti sociali.
“Qui siamo innanzitutto tutti fratelli”, si sente in sottofondo mentre si vedono vari frati francescani e sacerdoti, alcuni anche con le mani alzate, che cercano di calmare gli animi di fronte ai poliziotti che continuano a sparare.
Sacerdotes y frailes intentan detener la represión policial en Juigalpa. El enfrentamiento lleva horas hoy. 15/5 mediodía. Video cortesía. #SOSNicaraguapic.twitter.com/IqOIu5nTwj
— Jorge Hurtado (@JorgeaHurtado) May 15, 2018
Questa situazione si è verificata poche ore dopo l’inizio del dialogo nazionale previsto per il 16 maggio, secondo quanto ha confermato negli ultimi giorni la Chiesa in Nicaragua, attore principale come “mediatrice e testimone” per raggiungere una soluzione alla crisi attuale.
Cordialmente les invita al acto inaugural del Diálogo Nacional, en donde la Conferencia Episcopal de Nicaragua actúa en calidad de "Mediadora y Testigo".16 de mayo a las 10 a.m. en el seminario Interdiocesano Nuestra Señora de Fátima. Se les recuerda portar su acreditación. pic.twitter.com/zV49tvqCx6
— Conferencia Episcopal de Nicaragua (@CENicaragua) May 16, 2018
Fra’ Carlos Torres, membro della JPIC Familia Franciscana Unida del Guatemala, in una nota inviata al portale spagnolo Paz y Bien ha segnalato che stanno “sostenendo il dialogo nazionale” e che “ci sono vari fratelli al servizio della mediazione che lavorano per garantirlo”.
Al momento di spiegare perché hanno assunto questo atteggiamento di fronte a una situazione complessa come quella che si vive in questo momento tra popolo e Polizia, oltre al tema della mediazione ha ricordato che “è parte integrante della nostra spiritualità francescana. Ricordiamo, ad esempio, la visita di Francesco al sultano durante la guerra di Damietta. Questi sono nuovi aeropaghi”.
Nelle ultime ore il clima di violenza si è reinsediato in Nicaragua, provocando vari feriti, saccheggi, manifestazioni e proteste, una situazione che si è generata varie settimane fa e ha provocato decine di morti e feriti dall’inizio della crisi legata al Governo di Daniel Orterga.