La riflessione di un’anima che si scopre figlia intorno alle parole che Gesù stesso ci ha insegnato, quelle con le quali rivolgerci al PadreBello il Padre nostro, unica preghiera che ci è stata insegnata da Gesù.
Ho provato a pensare alla mia vita e forse ho capito perché Gesù abbia scelto queste parole e non altre, tra le tante possibili; in queste poche frasi vengono raccolti tutta la mia umanità e il mio sguardo verso Dio: il Padre nostro parla della mia vita e alla mia vita.
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Padre: mi ricorda che sono figlia; soprattutto quando mi comincio a sentire molto “adulta” e non sento più il bisogno di un padre e di una guida; ma anche quando mi sento sola e bisognosa di un abbraccio benedicente;
Nostro: parla di un noi e non di un io; mi dice che non sono un’isola; in famiglia è esperienza di ogni momento: un uomo, una donna e tre figli; il noi è il soggetto della famiglia, un noi che si deve custodire e costruire per tutta la vita. E anche quando si esce da casa propria si vive in un intreccio di relazioni che posso vivere come un assedio continuo o come una continua occasione di arricchimento e di crescita;
Sia fatta la tua volontà: questa parola mi chiede l’abbandono e racconta la mia capacità di aprirmi a disegni non miei; che fatica, a volte, questa volontà; e poi, troppo spesso, non so neanche riconoscere quale sia questa tua volontà….illuminami! E se arriva la prova (la fatica, la malattia, la morte,…)? L’unica speranza allora è abbandonarsi con fiducia alla Tua volontà sapendo, senza cadere nel dubbio, che tu, Dio sai quello che fai…anche quando per me è doloroso o incomprensibile! Solo così imparerò a lasciare le mie piccole sicurezze e potrò approdare ai tuoi piani;
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Dacci oggi il nostro pane quotidiano: racconta le vie della provvidenza che tante volte abbiamo incontrato nella nostra famiglia e ci chiede fiducia; a questa frase ritorno quando sembra che i soldi proprio non bastino, che il lavoro stia scarseggiando, che i bisogni concreti ci stiano schiacciando… ”noi abbiamo fatto tutto ciò che potevamo: tu ora, dacci solo ciò che ci è necessario”; ci riporta ad una provvidenza che arriva quando tutto sembra perduto, che lavora “per due centimetri” e non sul superfluo;
Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori: parla di perdono: dato e ricevuto in famiglia, supplicato ed accolto in confessione;
E non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male: durante le mie giornate, quante occasioni di “fare male”: disinteresse, nervosismo, egoismo, incomprensioni, voglia di essere lasciati in pace… la coppia e la famiglia devono e possono diventare per me una “palestra di santità”, occasione per imparare a vivere la santità del quotidiano! Ed ora, Signore? Aiutami a non cadere nelle tante tentazioni che vedo: paura, rabbia, angoscia, pre-occupazione (occuparsi sì, preoccuparsi, no!), pensarmi padrona del mio tempo e della mia vita, desiderio di controllo,….
Amen: così sia nella mia vita, insieme a te, Signore.