Un bel giorno forse ci troveremo ad avere a che fare con il bullismo. Cosa possono o devono fare i genitori quando verificano che il proprio figlio è vittima di bullismo a scuola?
Per affrontare la questione, gli esperti María Zabay e José Antonio Casado consigliano i passi da compiere. Sono coautori del libro “Todos contra el bullying. Claves para detectar, evitar y solucionar el acoso escolar” (ed. Alienta), che offre alcuni strumenti per una lotta al bullismo più coordinata tra genitori, professori e vittime.

María Zabay, laureata in Giurisprudenza e giornalista, segnala quattro passi da compiere una volta che i genitori hanno verificato che il figlio o la figlia è vittima di bullismo.
È importante segnalare una cosa: bisogna fare i quattro passi (non se ne può trascurare nessuno) e farli in modo coordinato, senza aspettare di farne uno per passare al successivo.
1. Parlare con il bambino con comprensione
Ciò vuol dire che si parla del problema con il bambino ma non trattandolo come una situazione che dovrà affrontare da solo.
Bisogna chiarire che il bambino verrà guidato in questa situazione e che c’è una soluzione.
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2. Aumentare l’autostima del bambino
In generale, i bambini che subiscono bullismo hanno una bassa autostima: viene detto loro che fanno sempre le cose male, che sono stupidi, che non servono a niente, che sono grassi o bassi…

Di fronte a questa situazione, bisogna invertire il concetto che hanno di sé. Dobbiamo fare e dire cose perché sentano che siamo orgogliosi di loro. Ad esempio, può essere molto positivo iscriverli a un’attività in cui riescono bene: scacchi, danza, disegno… Incontrando altri bambini a cui piace quell’attività si sentiranno come pesci nell’acqua.