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Come Gesù ci mette in moto quando le aspettative vengono distrutte e ci sentiamo bloccati

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Photo by Matt Lee on Unsplash

Catholic Link - pubblicato il 14/05/18

di Padre Gaetano Piccolo

Meditazione per la VII Domenica di Pasqua – Ascensione del Signore

Tutto è vostro: disponetene interamente secondo la vostra volontà
Ignazio di Loyola

I racconti di Pasqua, quelli che descrivono gli eventi immediatamente successivi alla risurrezione di Gesù, parlano spesso di delusione, come nel caso dei discepoli di Emmaus, di paura come la prima finale di Marco, in cui le donne fuggono dal sepolcro senza dire niente, di porte chiuse, come quelle del Cenacolo, in cui i discepoli si sono chiusi dentro.

Il rischio dunque di rimanere delusi, fermi e chiusi dentro è sempre in agguato, soprattutto in quei tempi della vita in cui non riusciamo a capire cosa sta avvenendo, nelle situazioni in cui saltano i nostri schemi o quando ci troviamo davanti a fatti che ci sembrano più grandi di noi.

Non mi meraviglia, dunque, che l’intervento di Gesù risorto vada proprio nella direzione di rimettere in moto delle vite che rischiano di rimanere inceppate sotto il peso dell’incomprensione. Per andare avanti, bisogna rileggere e salutare il passato.

L’episodio dell’ascensione di Gesù al cielo è un momento di congedo, necessario per poter ripartire. Non a caso, questo evento è non solo la fine dei Vangeli, ma anche l’inizio degli Atti degli apostoli.
È un evento che genera proprio perché permette di prendere congedo da quello che è avvenuto.

A volte anche noi siamo incapaci di ripartire nella vita perché rimaniamo attaccati a quello che è successo, rischiamo di fissarci senza la capacità di voltare pagina.

Questi versetti sono attraversati da verbi di movimento: Gesù invita ad andare. E alla fine i discepoli mostrano di aver accolto l’invito di Gesù, infatti partirono e predicarono. Nella loro vita è avvenuto un cambiamento e si sono rimessi in moto.

Per ripartire, occorre prendere atto che le cose sono cambiate. A volte è proprio questa la fatica più grande: le cose non rimangono mai uguali per sempre, c’è una novità in cui di volta in volta dobbiamo entrare. Ma insieme al cambiamento c’è anche una promessa: il testo del Vangelo dice infatti che anche dopo l’ascensione, anche quando i discepoli pensano di dover affrontare da soli le vicende del mondo, il Signore agiva con loro. È vero, il contesto è diverso, ma Gesù non li abbandona!

Questa comunione con Gesù si esprime attraverso dei segni concreti, che raccontano anche la durezza dell’esperienza: Gesù manda i discepoli nel mondo, ma senza nascondere le fatiche.
Eppure, se resteranno nella comunione con il Signore, saranno capaci di scacciare i demoni, ovvero le tentazioni, le minacce, le invidie, i tentativi di divisione, quei demoni che agiscono da fuori e da dentro; saranno capaci di parlare lingue nuove, ovvero di comunicare laddove sembra impossibile, di entrare in contesti sconosciuti, di abitare culture che sembrano distanti; prenderanno in mano i serpenti, potranno maneggiare la malizia e la maldicenza, non saranno toccati dal veleno che i nemici immetteranno nella loro vita e in quella della comunità; guariranno i malati, porteranno consolazione, cureranno le ferite di un mondo lacerato dagli odi e dall’egoismo.

Come la pioggia e la neve, così il Figlio è venuto dal cielo e ha fecondato l’umanità con la sua Parola. Ora ritorna da dove è venuto, perché questa è la dinamica di ogni vero dono che viene dal Padre. E Gesù è il dono per eccellenza, la misericordia che attraversa la nostra vita. Come ogni dono, così Gesù, non può essere trattenuto. Guardando Gesù che ritorna al Padre, siamo invitati a ripensare alla dinamica di tutta la nostra vita: accogliere quanto ci viene dal Padre e vivere la disponibilità a lasciarlo andare, perché nulla mai ci appartiene.

Domande per la riflessione personale:

In questo momento della vostra vita siete bloccati o in movimento per annunciare la Buona Novella?

Quanto vi inserite bene nei cambiamenti che la vita vi presenta?

Lettura dal Santo Vangelo secondo Marco (16, 15-20):

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.

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