Nella cappella della Casa Santa Marta, il Pontefice celebra la Messa e si sofferma sugli atteggiamenti che devono caratterizzare la trasmissione della fede“Trasmettere la fede” non vuol dire “fare proselitismo”, “cercare gente che appoggi questa squadra di calcio” o “questo centro culturale”, ma testimoniare con amore. E’ la riflessione che Papa Francesco offre nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta. Partendo da un passo della Lettera di San Paolo ai Corinzi, il Pontefice chiarisce che “la fede non è soltanto la recita del ‘Credo’, ma si esprime in esso.
La fede non si dà, si partorisce
Trasmettere la fede non vuol dire “dare informazioni”, ma “fondare un cuore”, “nella fede in Gesù Cristo”. Ben lontano da apprendere meccanicamente un libretto o alcune nozioni, essere un cristiano vuol dire essere “fecondo nella trasmissione della fede”, così come la Chiesa, che “è madre” e partorisce “figli nella fede”.
“Trasmettere la fede non è dare informazioni, ma fondare un cuore, fondare un cuore nella fede in Gesù Cristo. Trasmettere la fede, non si può fare meccanicamente: ‘Ma, prendi questo libretto, studialo e poi ti battezzo’. No. E’ un altro il cammino per trasmettere la fede: trasmettere quello che noi abbiamo ricevuto. E questa è la sfida di un cristiano: essere fecondo nella trasmissione della fede. E anche è la sfida della Chiesa: essere madre feconda, partorire dei figli nella fede”.
Trasmettere la fede con una carezza
Papa Bergoglio insiste sulla trasmissione della fede che attraversa le generazioni, dalla nonna alla mamma, in un’aria che profuma di amore. Il proprio credo viaggia non solo con le parole, ma con le “carezze”, con la “tenerezza”, persino “in dialetto”. Nelle parole del Pontefice trovano spazio anche le badanti, quasi delle seconde madri. Straniere o meno, sono sempre più diffusi i casi di badanti che trasmettono la fede con cura, aiutando a crescere.
La Chiesa cresce per attrazione
Dunque, un primo atteggiamento nella trasmissione della fede è sicuramente l’amore; mentre un secondo è la testimonianza.
“Trasmettere la fede non è fare proselitismo, è un’altra cosa, è più grande ancora. Non è cercare gente che appoggi questa squadra di calcio, questo club, questo centro culturale; questo sta bene ma per la fede non va il proselitismo. Bene lo ha detto Benedetto XVI: ‘La Chiesa cresce non per proselitismo ma per attrazione’. La fede si trasmette, ma per attrazione, cioè per testimonianza”.
La testimonianza genera curiosità
Testimoniare nella vita di tutti i giorni quello in cui si crede ci rende giusti “agli occhi di Dio”, suscitando curiosità in quanti ci circondano.
“E la testimonianza provoca curiosità nel cuore dell’altro e quella curiosità la prende lo Spirito Santo e gli va il lavoro dentro. La Chiesa crede per attrazione, cresce per attrazione. E la trasmissione della fede si dà con la testimonianza, fino al martirio. Quando si vede questa coerenza di vita con quello che noi diciamo, sempre viene la curiosità: ‘Ma perché questo vive così? Perché porta una vita di servizio agli altri?’. E quella curiosità è il seme che prende lo Spirito Santo e lo porta avanti. E la trasmissione della fede ci fa giusti, ci giustifica. La fede ci giustifica e nella trasmissione noi diamo la giustizia vera agli altri”.