Ci sono altre cose che mi sconcertano: c’è una grande mancanza di fede nei giovani, rispetto a quando sono nata io e un grande assenteismo scolastico. Si è innescato un modo di pensare sbagliato, per cui l’idea fissa è scappare in Libia per poi venire in Italia. Un tempo era considerato un male avere una figlia femmina, ora è il contrario: perché è la femmina quella che, venendo in Europa, può fare più soldi.
Eppure adesso, in questa nazione grande, ferita e complicata, c’è il piccolo seme di luce che hai piantato tu. Ha costruito una casa, giusto?
Esiste in Nigeria un ufficio che dovrebbe occuparsi degli orfani, ma non fa il suo dovere fino in fondo. Insieme agli addetti di quest’ufficio sono stata a vedere le strade in cui i bambini vivono e dormono, abbandonati. È straziante, appena vedono una donna dicono: «Prendimi, mamma!». E vorresti prenderli tutti. Non è possibile; per cominciare io sono riuscita a prenderne cinque.
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Quindi sì, ho costruito una casa che non è un orfanatrofio; ho voluto chiamarla «casa per Dio» perché lui mi ha aiutato a metterla in piedi. Sono partita da zero a fare i lavori burocratici e le fondazioni dell’edificio. Mi sono ritrovata con una forza che non credevo di avere; e certo, anche alcuni amici e parenti mi hanno dato una mano. Vorrei che questo luogo fosse un punto di aiuto per il futuro dei bambini, non solo un tetto per farli mangiare, bere e dormire. Ho comprato anche un terreno che potrebbe essere coltivato per permetterci di avere un’economia autonoma e sostenerci da soli. Vi ringrazio per avermi permesso di raccontare la mia storia e dell’aiuto che vorrete dare alla mia fondazione che si chiama Unchangeble God of Mercy and Grace Foundation (Dio non cambia mai, sarà con te sempre ed è Dio di Misericordia e Grazia)
#heavensdoor