Esistono notizie di sicura attendibilità storica sulla prima chiesa dedicata a san Giuseppe a Bologna. Gli studiosi ed esperti della storia del culto a san Giuseppe dicono che si tratta di una testimonianza importante sul suo essere la prima in tutta Italia. Infatti gli storici bolognesi sono concordi nell’indicare esistente la chiesa di san Giuseppe fin dal 1129, ma purtroppo non indicano il fondamento della loro affermazione o almeno non è stato tramandato: oggi non è reperibile alcun documento che comprovi questa indicazione. Il bolognese Benedetto XIV scriveva: «et in eo, quod attinet ad cultum sancti Joseph, ille procul dubio apud nostrates antiquori est; cum anno 1129 in via Gallerie extaret ecclesia in honorem sancti Joseph dicata… ». Il testo afferma l’esistenza del culto a san Giuseppe, ed è senza dubbio il più antico nel nostro paese; nell’anno 1129 venne creata in via Galleria la chiesa in onore di san Giuseppe.
Un’altra testimonianza viene riportata da Giovanni Crisostomo Trombelli nei suoi due scritti su Maria Santissima e sulla Vita e culto a san Giuseppe. Egli suppone che: «Indubitabilmente in Bologna nel secolo XII si prestava a san Giuseppe, sposo di Maria Santissima, pubblica venerazione e culto, poiché vi era eretta sin dal principio del XII secolo una chiesa, la quale era sì ragguardevole che dava il nome ad un Borgo o una strada a lei vicina. Benedetto XIV, Pontefice eruditissimo e d’immortale memoria, attesta che fin nell’anno 1129 tal chiesa era eretta: ma né egli, né verun altro ci addita il tempo preciso in cui fu eretta; e Dio sa, che non se ne debba rapportare l’erezione a molti secoli addietro».
Nell’altro libro gli sembrò che nel 1178 esistesse in Bolgona “sacram aedem Josepho“, la sacra casa di Giuseppe costruita “in borgo sancti Josepli’. Però per questa data non esiste alcun documento di appoggio. Invece XIII la chiesa sia stata l’antico oratorio dipendente dal monastero benedettino di S. Elena, nonostante le turbolenze delle fazioni a Bologna.
Però con l’arrivo dei Servi di Maria, che con grande povertà e sotto numerose polemiche cercavano di costruire il loro convento nel 1287, si aprì la strada per un cambiamento. Dopo una quarantina d’anni, quando venne dato a loro il convento benedettino di S. Elena, essi chiesero di trasferire il titolo a san Giuseppe e che il piccolo oratorio di prima divenisse una chiesa di san Giuseppe, con il ruolo notevole di essere parrocchia. Sembra che questo cambiamento abbia orientata la devozione del loro Ordine verso san Giuseppe, come potrebbe aver sottolineato un decreto del loro Capitolo Generale, celebrato nel 1324. E si voleva rendere obbligatoria la solennità il 19 marzo.
Nella chiesa si trovava fin dal 1532 una statua di “un sancto Josepho in zocholi”, precisamente «una croce can el suo pié tuto de ligname et indorato» – il piede che figura san Giuseppe – e ancora «un’imagine de argento tuta intiera in figura de uno san Joseph».
Per tutto il seicento e il settecento, i Servi di Maria rimasero in possesso della chiesa e del convento. Ma con la soppressione napoleonica cessò la loro presenza. Nel 1818 subentrarono i Padri Cappuccini, i quali custodiscono ancora oggi la chiesa di san Giuseppe.
Oltre che testimonianza eminente di culto a san Giuseppe, questa antica chiesa in qualche maniera mantenne vivo lo stesso culto nella città di Bologna e, attraverso i Servi di Maria, lo propagò in un ambiente più vasto: un patrimonio di fede e di devozione che, arricchito, oggi appartiene alla Chiesa universale.