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«La mia elezione è una grazia. Non ho paura di niente». La confessione di Papa Francesco 

DOMINIQUE WOLTON

©L'Osservatore Romano

Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 29/04/18

A rivelarla è il sociologo che lo ha intervistato, Dominique Wolton. "E' più francescano che gesuita, e punta sulle nuove Chiese"

Simpatico, umile, gioioso, francescano. E’ questo il Papa Francesco descritto da Dominique Wolton, autorevole sociologo e letterato francese, che lo ha incontrato privatamente per il suo libro intervista con il Papa “Dio è un poeta” .

Il sociologo, in occasione della presentazione del volume a Roma, ha tratteggiato il Bergoglio “dietro le quinte”, così come lo ha conosciuto lui.

Tante risate

«E’ stato un’ incontro umano inatteso – racconta Wolton – lo ha forse interessato il mio essermi dichiarato ‘cattolico al 50%’ e la mia figura di intellettuale francese. Lui dà fiducia alle persone, in questo caso a me». Si è creato tra noi, prosegue il sociologo francese «un senso di complicità e un fondo di humour che è rimasto in tutti gli incontri. Abbiamo riso molto, anche perché il Papa non si prende molto sul serio».




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Contatto fisico

POPE FRANCIS DOMINIQUE WOLTON
©ServizioFotograficoOR/CPP

Bergoglio ha un tratto «estremamente umano, basato anche sul contatto fisico, difficile da trovare tra i principi della Chiesa e anche tra i politici. Sono un pastore, non un professore, dice di sé». Ho visto in lui, aggiunge Wolton, «non una Chiesa solenne, ma una Chiesa pastorale, una Chiesa per i poveri peccatori. In altri termini, il Vangelo».

La sua filosofia della Chiesa, chiarisce ancora Wolton, è «gioia e libertà, e non responsabilità e colpevolezza», insiste molto sulla parola gioia, «e questo è particolare, per me, perché spesso nella Chiesa c’è una tristezza esasperante».




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I peccati gravi

Papa Francesco parla in modo molto semplice e individua i peccati più gravi «nelle rigidità di spirito, le ipocrisie, le disuguaglianze, le ingiustizie», che lo preoccupano di più dei nodi della bioetica, che reputa comunque importanti. «E chiede che nelle omelie si parli un po’ di meno dei peccati commessi sotto la cintura» (Vatican News, 25 aprile).

“La tradizione va reinventata”

Francesco, conclude l’autore «ama gli individui nelle loro diversità, ama la gente comune, non ama invece i conformisti, i mondani, i preti di corte, è più francescano che gesuita, e si propone come Papa della globalizzazione».

Per lui, «la tradizione non è immobile, va reinventata, per questo è movimento». Parla molto bene delle nuove Chiese, «che daranno una boccata d’ossigeno a quelle vecchie, come la Chiesa europea, che non è più il fulcro del mondo cattolico».

«La mia elezione – ha detto a Wolton  – è stata una grazia, per questo non ho paura di niente».


POPE ANGELA MARKAS

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“Europa nonna”

Sulla visione europea di Francesco, il sociologo dice di essere rimasto colpito sopratutto da un’espressione: “Europa nonna”. Wolton spiega: «L’Europa non si rinnova e il Papa suona un campanello per svegliarla. È molto europeista, anche come argentino d’origine italiana. Come primo Papa della globalizzazione, soffre di fronte a quest’Europa che avrebbe in mano tutte le carte e che invece non è contenta e non è capace di credere in qualcosa» (Avvenire, 23 aprile).

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