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E se mio figlio ha lo streptococco? Che cos’è, come si cura, quali le possibili complicazioni

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 17/04/18

Iniziamo a conoscere questo batterio, come agisce e quali effetti può avere

Nell’immediato dopoguerra e poi ancora a lungo, fino agli anni 60 dello scorso secolo, il Reumatismo Articolare Acuto (come  allora lo si chiamava), la cardite reumatica e tutte le complicanze dell’infezione da Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEGA), rappresentarono un autentico problema sociale. Colpivano migliaia di bambini e di giovani adulti con conseguenze spesso tragiche, irreversibili oppure, a quei tempi, assai difficili da correggere come i danni a carico delle valvole cardiache. In seguito, con il migliorare delle condizioni di vita e con la diffusione degli antibiotici, la Malattia Reumatica – come oggi la si chiama – e le altre complicanze dell’infezione da streptococco sembrarono scomparire quasi del tutto. Ma il ricordo delle epidemie degli anni ’40 e ’50 dello scorso secolo è rimasto vivo nella memoria collettiva.




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Un titolo antistreptolisinico “alto”, infatti, preoccupa ancor oggi la maggioranza dei genitori e porta talvolta a terapie antibiotiche. Quasi sempre inutili e quindi dannose, perché fonte di quelle “resistenze” che stanno sempre più indebolendo l’efficacia degli antibiotici quando realmente occorrono. Forse proprio per l’emergere di ceppi di SBEGA resistenti a molti antibiotici, in questi ultimi anni le complicanze della faringite da streptococco stanno ricomparendo. Siamo lontani dalle epidemie del dopoguerra ma certamente torniamo a vedere non pochi casi di Febbre Reumatica e di altre complicanze come le PANDAS. Questo numero cerca di rispondere ai numerosi interrogativi che genitori e insegnanti si pongono di fronte a questa nuova situazione. Che cos’è lo streptococco? Come comportarsi con la faringite? Antibiotici sì o antibiotici no? E con la malattia reumatica, con la PANDAS?


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Lo streptococco, identikit di un batterio

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Bambin Gesù

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Bambin Gesù

Il mal di gola: quando è streptococco

Parliamo di uno dei sintomi più frequenti nei bambini e negli adulti: come si possono riconoscere le diverse forme?
Il mal di gola è uno dei sintomi più frequenti nei bambini e negli adulti con un’infezione delle alte vie respiratorie. Il
dolore è un segno dell’infiammazione che può coinvolgere solamente il faringe (faringite) oppure anche le tonsille (faringotonsillite). Le tonsille possono essere aumentate di volume, arrossate e ricoperte da un materiale biancastro – il
termine tecnico è “essudato”, si tratta cioè delle cosiddette “placche”, causate dalla reazione del sistema immunitario
all’infezione. Ecco alcuni punti da tenere in considerazione se un bambino o un adolescente riferisce mal di gola:
• Nella maggioranza dei casi, il mal di gola ha un’origine virale e pertanto non necessita di alcun trattamento.
• Tipicamente, le faringiti e le faringotonsilliti causate da virus sono accompagnate da altri segni tipici delle malattie virali, come il raffreddore, la congiuntivite, la raucedine o la diarrea.

• Le “placche” non sono sinonimo di streptococco. Possono comparire anche in occasione di infezioni virali (per esempio nella mononucleosi, o nelle infezioni da adenovirus). Per questo, se ci sono “placche” sulle tonsille non bisogna mai iniziare  l’antibiotico senza prima aver verificato la presenza dello streptococco con un tampone.
• Le faringotonsilliti da Streptococco beta emolitico di gruppo A sono praticamente le uniche faringotonsilliti che richiedono
un trattamento antibiotico. Per questo è opportuno verificare sempre la presenza di streptococco con il tampone.
Non è opportuno iniziare la terapia antibiotica se non è stato eseguito un tampone.
• La terapia può abbreviare e attenuare il mal di gola, ma ha principalmente lo scopo di prevenire le complicanze (vedi pag. 8).
• Per garantire la prevenzione della Malattia Reumatica, la terapia antibiotica deve essere iniziata entro 9 giorni dall’inizio del
mal di gola. Quindi non abbiamo fretta: per iniziare l’antibiotico, possiamo aspettare tranquillamente il risultato del tampone.
• L’antibiotico di scelta è sempre l’amoxicillina. L’80% degli streptococchi è resistente agli antibiotici appartenenti alla classe
dei macrolidi (tipo la claritromicina o l’azitromicina) che quindi vanno evitati.

• Esiste un’alta frequenza di portatori di streptococco. In altre parole, il batterio è presente nella gola di una percentuale di bambini (tra i 3 e i 15 anni) che varia tra il 5 e il 20%, senza causare una vera e propria infezione.

• Nei portatori di streptococco la terapia è completamente inefficace.
Per questo, non ha senso trattare un bambino con tampone positivo ma senza sintomi (quindi senza mal di gola e senza febbre).

FARINGE E TONSILLE
Bambin Gesù

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