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Quando un Papa ammette di aver sbagliato viene meno l’infallibilità?

Papa Francisco exercicios espirituais 2018

Vatican News

Aleteia Brasil - pubblicato il 17/04/18

Francesco ha ammesso un errore nel caso Barros/Karadima. Ma cos'è (e cosa non è) davvero l'infallibilità papale?

Questa settimana, Papa Francesco ha inviato una lettera ai vescovi cileni affermando di essersi sbagliato nel caso del sacerdote pedofilo Fernando Karadima, le cui vittime hanno accusato anche un vescovo, monsignor Juan Barros, di aver coperto le sue azioni criminali. Per il fatto di non aver ricevuto informazioni complete sul caso relativo al vescovo, il Pontefice non aveva in mano le prove oggettive della connivenza di Barros. Il Vaticano aveva già condannato con decisione il sacerdote pedofilo, ma non sapeva fino a che punto fossero vere le accuse di copertura da parte del vescovo di Osorno. Il Papa ha poi nominato un inviato speciale, Charles Scicluna, per ascoltare personalmente le vittime.

Dopo aver ricevuto il rapporto di questi, Francesco ha dichiarato:

Per quanto mi riguarda, riconosco e voglio che trasmettiate fedelmente che sono incorso in gravi errori di valutazione e percezione della situazione, soprattutto per mancanza di informazioni veritiere ed equilibrate. Per questo, chiedo perdono a tutte le persone che ho offeso e spero di poterlo fare personalmente, nelle prossime settimane, negli incontri che avrò con i rappresentanti delle persone interpellate”.




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Papa Francisco caso Barros
Sobreposição em foto de FERNANDO LAVOZ / NurPhoto

Ma il Papa non è infallibile?

L’infallibilità papale è uno dei concetti più spesso fraintesi da molte persone, anche cattoliche. In cosa consiste, e quando si applica?

Cosa dice il Catechismo

L’infallibilità si attua quando il Romano Pontefice, in virtù della sua autorità di supremo Pastore della Chiesa, o il Collegio dei Vescovi in comunione con il Papa, soprattutto riunito in un Concilio Ecumenico, proclamano con atto definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale, e anche quando il Papa e i Vescovi, nel loro ordinario Magistero, concordano nel proporre una dottrina come definitiva. A tali insegnamenti ogni fedele deve aderire con l’ossequio della fede” (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, 185).

Per mantenere la Chiesa nella purezza della fede trasmessa dagli Apostoli, Cristo, che è la verità, ha voluto rendere la sua Chiesa partecipe della propria infallibilità. Mediante il « senso soprannaturale della fede », il popolo di Dio « aderisce indefettibilmente alla fede », sotto la guida del Magistero vivente della Chiesa” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 889).

« Di questa infallibilità il Romano Pontefice, capo del Collegio dei Vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio, quando, quale supremo Pastore e Dottore di tutti i fedeli, che conferma nella fede i suoi fratelli, proclama con un atto definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale. […] L’infallibilità promessa alla Chiesa risiede pure nel Corpo episcopale, quando questi esercita il supremo Magistero col Successore di Pietro » soprattutto in un Concilio Ecumenico. Quando la Chiesa, mediante il suo Magistero supremo, propone qualche cosa « da credere come rivelato da Dio » e come insegnamento di Cristo, « a tali definizioni si deve aderire con l’ossequio della fede ». Tale infallibilità abbraccia l’intero deposito della rivelazione divina” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 891).

Commenti di un esperto

Padre Ramiro Pellitero, docente di Teologia presso l’Università di Navarra (Spagna), è esperto di Ecclesiologia e Teologia Pastorale e membro della Catholic Theological Society of America. Nel 2017 ha parlato con Aleteia proprio del concetto dell’infallibilità papale.

Aleteia: Tutto ciò che dice un Papa è infallibile?

Padre Ramiro: Chiaramente no. In primo luogo infallibile, in termini assoluti, è solo Dio. La Chiesa partecipa all’infallibilità divina con alcune condizioni, che secondo la tradizione della Chiesa stessa sono:

  • le dichiarazioni di un concilio ecumenico presieduto dal Papa;
  • la definizione “ex cathedra” di un Papa, quando proclama un nuovo dogma;
  • gli insegnamenti dei vescovi in comunione con il Papa;
  • ciò che appartiene alla fede del popolo di Dio (il cosiddetto “sensus fidei”), in comunione con i suoi pastori.

Siamo passati da una tradizione millenaria di comunicazione ecclesiale lenta e misurata a una sovraesposizione mediatica dei Papi, che li rende sempre più vicini, più “umani” e meno “sacralizzati” rispetto al passato. Questo non significa, tuttavia, che il Papa sia meno infallibile nei suoi pronunciamenti. Come possiamo comprendere questa nuova situazione?

Al di fuori delle condizioni di infallibilità commentate in precedenza, il Papa continua ad essere il vescovo di Roma, successore di San Pietro, e tutti i suoi insegnamenti devono essere messi in pratica dai cattolici con grande rispetto e considerazione. Le affermazioni papali contenute in documenti come encicliche, esortazioni, ecc., avranno maggiore o minore valore dottrinale in base al loro rapporto con le verità della fede cristiana. Un valore ancora diverso è quello delle affermazioni del Pontefice in libri o interviste, in base al rapporto con dottrine già proclamate dalla Chiesa in quanto tali. In questi casi, però, com’è già avvenuto con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, il Papa si sottopone alle critiche, soprattutto a una critica sana e costruttiva, da parte degli esperti nelle varie materie e anche di qualsiasi persona. (…) I limiti [dell’opinione particolare] sono nella rivelazione cristiana: se qualcosa appartiene chiaramente alla rivelazione ed è stato dichiarato come tale dalla Chiesa, bisogna continuare ad approfondire e a sviluppare i suoi contenuti, ma sempre sulla stessa linea. (…) [Il Papa propone] un parlare combinato con l’ascolto, e il Papa ascolta molto, per dare testimonianza della tradizione cristiana. In questo modo, impariamo anche i valori della testimonianza, della vita e della parola che dobbiamo offrire sulla nostra fede come cristiani; tutto questo insieme a un’attenzione effettiva nei confronti degli altri.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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