Due leader non occidentali con una visione del mondo molto simile sull'inclusione sociale. E non solo
Cinquant’anni fa, il 4 aprile 1968, moriva Martin Luther King, leader afroamericano e premio Nobel per la pace. Fu ucciso a Memphis nel Tennessee, mentre era impegnato in una campagna a favore dei lavoratori afroamericani sottopagati e sfruttati.
L’udienza con la figlia minore
La figura del pastore battista è fonte di ispirazione anche per Papa Francesco, che a lui ha fatto riferimento nello storico discorso al Congresso degli Stati Uniti, il 24 settembre 2015, e che – meno di un mese fa – ha ricevuto in udienza Bernice Albertine, la figlia minore di Luther King, anche lei impegnata per la non-violenza e contro ogni tipo di discriminazione.
L’arcivescovo Ivan Jurkovič, Osservatore permanente della Santa Sede all’Ufficio Onu di Ginevra ha sottolineato quali sono le cose che più li avvicinano In un’intervista a Vatican News (3 aprile).
1) Nuove visioni del mondo
«La prima cosa – spiega Jurkovic – ad essere oggettivamente riconosciuta, che è visibile, è che si tratta di due espressioni culturali non occidentali, europee. Si tratta di due persone che hanno portato all’attenzione universale una nuova visione del mondo. Certo, Martin Luther King lo ha fatto nella difesa dei diritti umani della popolazione afroamericana; il Papa, invece, porta una nuova visione della Chiesa».
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2) Due principi in comune
«Tutto ciò – prosegue nel parallelismo il diplomatico vaticano – indubbiamente per dire che si tratta di due princìpi che sono riconosciuti come tipici sia di Martin Luther King sia di tutti i personaggi di ispirazione cristiana: il primo è la non violenza, un principio che è diventato così problematico oggi, di fronte alle tante azioni violente che vediamo intorno a noi». Basti pensare ai continui moniti del papa contro le guerre e il famoso discorso di Luther King contro la guerra in Vietnam.

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