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È quando scappi in ritirata che Gesù ti viene incontro

WALK; TOGETHER; BEACH

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 04/04/18

Da Emmaus in poi, il cristianesimo non è una soluzione ma un cammino

In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.
Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.
Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso.
Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.
Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.
Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.
Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,
i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».
Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc 24,13-35)

La storia dei discepoli di Emmaus è una di quelle storie che ha sempre il suo fascino. Forse perché tutti abbiamo conosciuto sentieri come il loro. Sono i famosi sentieri di ritorno, quelli che si percorrono tutte quelle volte che ci si accorge che alla fine dei sogni purtroppo ci si sveglia. Tornare a casa un po’ delusi è la triste esperienza che facciamo appena ci accorgiamo che la vita non è come ce la siamo immaginata.

La vita è reale e contraddittoria allo stesso tempo. Noi forse pensiamo che nelle contraddizioni non possono nascondersi significati buoni per noi. Che nelle cose difficili, nelle storture della vita si può mietere solo rassegnazione. È Pasqua anche quando ci si accorge che ciò che stai vivendo non è proprio la vita ideale, e che in mezzo a cose che fanno male e ti costringono alla ritirata si può incontrare il Risorto. Egli è Colui che ti fa ardere di nuovo il cuore quando pensavi che ormai non ci sarebbe stato più nulla per te.

Egli è Colui che ti spiega il “senso delle Scritture”, ovvero il significato nascosto negli eventi, ciò che ricollega te a un senso ultimo del vivere. I credenti non sono dei gioiosi spensierati tutti sorrisini e testa per aria. I credenti molto spesso sono persone che hanno ricevuto tante batoste nella vita, e che il Signore è andato a raccoglierle proprio ai margini di dove si erano arenati. Ci sconvolge sempre sapere che Egli innanzitutto ci cammina accanto.

Il cristianesimo non è una soluzione ma un cammino. E lungo questo cammino può accadere che ciò che tu pensavi fosse solo un viandante qualunque, invece era Gesù. I cammini a volte sono difficili, a volte più facili. Portano con sé esperienze di cadute, ma anche di ripresa. Di certo la fede è un cammino non una magra consolazione sulla vita. E dall’esperienza di questo cammino comincia la testimonianza, quella vera, quella non teorica: “Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme”. Inizia così quella che i più chiamano missione.

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